La pronuncia n. 92 del 17 marzo 2025 della Corte Federale d’Appello FIGC ha definitivamente chiarito che ogni forma di insulto, denigrazione o intimidazione rivolta a calciatori under 15 integra abuso psicologico e non potrà più essere giustificata come “goliardia sportiva”. 

Nel caso in esame, l’allenatore responsabile di ripetute espressioni offensive e di comportamenti intimidatori durante allenamenti, gare e all’interno dello spogliatoio è stato sanzionato personalmente, mentre la società di appartenenza è stata ritenuta colpevole di omessa vigilanza per non aver tradotto in azioni concrete il proprio Modello Organizzativo e il Codice di Condotta, come richiesto dall’art. 16, comma 2, del D.Lgs. 39/2021 (che impone alle Federazioni e alle Associazioni Sportive di adottare procedure di segnalazione efficaci e di nominare figure dedicate al monitoraggio dei rischi) e dalle Linee Guida Safeguarding FIGC emanate con Comunicato Ufficiale n. 87/A del 31 agosto 2023 (che dettagliano i protocolli di prevenzione, i meccanismi di valutazione del rischio e i percorsi formativi obbligatori per allenatori, dirigenti e staff tecnico). 

La sentenza impone ora a tutte le società sportive di passare dal semplice adempimento formale all’attuazione rigorosa di misure di prevenzione, monitoraggio e formazione specialistica, affinché il rispetto della dignità e dell’integrità psicofisica dei giovani atleti diventi criterio imprescindibile in ogni attività. 

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Riferimenti:

sez-unite-decisione-n-0092-cfa-del-17-marzo-2025-omissis.pdf