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Riflessi di libertà. Il viaggio di Lara

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Psicologia Giuridica

Riflessi di libertà. Il viaggio di Lara

Ogni volta che Lara si fermava davanti allo specchio, la sua mente tornava indietro nel tempo, attraversando anni di dolore e confusione. Ricordava con amarezza l’adolescenza negata, quando il suo corpo cominciava a svilupparsi in modo che non sentiva proprio. Mentre gli altri ragazzi della sua età si scoprivano, esploravano, lei si ritirava, osservando da spettatrice la vita che si svolgeva attorno a lei. I suoi occhi riflettevano una disperazione silenziosa, nascosta dietro un comportamento forzato, una maschera maschile che indossava solo per sopravvivere.

In una piccola città dove il pregiudizio era legge, Lara aveva imparato presto a temere il giudizio degli altri. Aveva sepolto il suo vero sé sotto strati di conformismo, indossando vestiti che non la rappresentavano, adottando un’andatura e un atteggiamento che non le appartenevano. Aveva rinunciato ai sogni di un’adolescenza normale, dove avrebbe voluto indossare abitini leggeri, truccarsi come le sue compagne di scuola, e sentire il batticuore delle prime cotte per i ragazzi. Invece, si era dovuta rassegnare a vivere una vita parallela, dove ogni sorriso era una finzione, ogni gesto studiato per non rivelare l’anima femminile che lottava per emergere.

Ma il cuore di Lara non poteva essere messo a tacere per sempre. Un giorno, la verità dentro di lei aveva cominciato a urlare, forte, insistente. Non poteva più ignorare ciò che era, ciò che avrebbe dovuto essere fin dall’inizio. Quel grido interiore era esploso, liberando una forza che non poteva più essere contenuta. La libertà, finalmente, aveva iniziato a prendere forma.

Il percorso di Lara non era stato semplice. Decidere di intraprendere la transizione di genere richiedeva un coraggio immenso. In Italia, la legge n. 164 del 14 aprile 1982 regola la possibilità di cambiare sesso e genere anagrafico, ma il processo è lungo e complesso. Lara aveva iniziato un percorso di affermazione di genere, seguito da professionisti che l’avevano accompagnata in ogni fase. Non tutti scelgono di apportare modifiche al proprio corpo, ma per Lara, era una necessità vitale. Il suo corpo doveva finalmente rispecchiare la donna che era sempre stata.

Dopo due anni di accompagnamento psicologico, Lara aveva presentato la sua domanda al Tribunale, allegando la documentazione psicodiagnostica che attestava la sua disforia di genere. Sapeva che il giudice avrebbe potuto nominare un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) per valutare la validità della sua richiesta, ma la sua documentazione era completa, dettagliata, riflesso del lungo percorso che aveva intrapreso. Il suo unico desiderio era quello di vedere finalmente riconosciuta la sua identità, senza più ombre o dubbi.

Il giorno della sentenza, sentiva il cuore battere forte. Tutto ciò che aveva passato, tutto il dolore, le lacrime, la paura, la repressione, l’avevano condotta fino a quel momento. Quando il giudice aveva autorizzato la rettifica del suo genere e del suo sesso anagrafico, aveva capito che finalmente poteva sorridere, un sorriso vero, senza finzioni né menzogne.

Oggi, Lara è una donna realizzata. Ha trovato l’amore, un uomo che la ama e la rispetta per ciò che è, non per ciò che avrebbe potuto fingere di essere. Quando si guarda allo specchio, non vede più il riflesso di una vita vissuta a metà. Vede una donna forte, coraggiosa, che ha combattuto per il diritto di essere se stessa. Vede la libertà che ha conquistato, giorno dopo giorno, con ogni passo che l’ha portata più vicina alla sua vera identità.

Lara sa che il suo viaggio non è finito, ma ora cammina con la certezza che ogni passo la porterà sempre più lontano dal passato e più vicina alla vita che ha sempre desiderato. Una vita vissuta finalmente alla luce del sole, senza più ombre a nascondere la verità del suo essere.

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