Blog

Ultimi Commenti

Violenza virtuale. Come si manifesta la violenza contro donne e ragazze nell’era digitale?

christina-wocintechchat-com-eAXpbb4vzKU-unsplash-2
La parola all'Avvocato

Violenza virtuale. Come si manifesta la violenza contro donne e ragazze nell’era digitale?

Giulio Palma
 Avvocato Penalista – Diritto Penale di impresa – Digital Forensic Analyst & Cybersecurity, Cybercrimes investigations


Nell’era digitale, l’evoluzione della tecnologia ha trasformato il modo in cui comunichiamo, interagiamo e accediamo alle informazioni. Internet e le varie piattaforme digitali hanno indubbiamente rivoluzionato le nostre vite, offrendo numerosi vantaggi e opportunità. Tuttavia, accanto a questi indubbi progressi, è emerso anche un lato oscuro determinato dal diffondersi di un nuovo tipo di violenza: la c.d. violenza virtuale che colpisce chiunque ma in particolare si manifesta come violenza di genere, contro donne e ragazze.

La violenza virtuale si concretizza in atti e condotte che arrecano danno, molestie o abusi, perpetrati attraverso mezzi digitali, come piattaforme di social media, forum online, app di messaggistica e ambienti virtuali di gioco: comprende un’ampia gamma di comportamenti, tra cui cyberbullismo, stalking online, revenge porn, incitamento all’odio e diffusione di contenuti privati o a sfondo sessuale espliciti e/o minacciosi.

Ecco un elenco non esaustivo ma solo esemplificativo di definizione delle forme di violenza virtuale e quindi di violenza di genere digitale, contro le donne e le ragazze.

1. Cyberstalking: il cyberstalking si riferisce all’inseguimento, alla molestia o al monitoraggio persistente e indesiderato di un individuo online. Implica ripetute minacce, intimidazioni o invasione della privacy attraverso varie piattaforme digitali.

2. Pornografia non consensuale: la pornografia non consensuale, nota anche come “revenge porn”, comporta la distribuzione o la condivisione di immagini o video intimi o espliciti senza il consenso della persona rappresentata. Questo atto mira a umiliare, vergognare o danneggiare l’individuo e può avere gravi conseguenze psicologiche, emotive e fisiche, come purtroppo hanno dimostrato noti fatti di cronaca.

3. Pornografia vendicativa: la pornografia vendicativa è una forma specifica di pornografia non consensuale in cui immagini o video espliciti vengono condivisi o diffusi con l’intento di vendicarsi, controllare o manipolare la vittima.

4. Abusi e molestie di genere: gli abusi e le molestie di genere si verificano quando gli individui sono presi di mira e soggetti a comportamenti dannosi, come abusi verbali, minacce o discriminazioni basate sul genere o sul sesso. Questo può accadere online tramite commenti, messaggi o post che prendono di mira specificamente qualcuno in base al genere.

5. Stigmatizzazione sessuale: la stigmatizzazione sessuale implica l’etichettatura, la vergogna o la stigmatizzazione di individui in base al loro orientamento sessuale, comportamento o scelte personali. Nel regno digitale, ciò può assumere la forma di molestie online, commenti dispregiativi o diffusione di informazioni false o dannose.

6. Minacce di stupro e morte: lo stupro e le minacce di morte sono forme gravi di violenza virtuale che comportano la minaccia esplicita o l’incitamento all’aggressione sessuale o al danno fisico. Queste minacce sono spesso utilizzate per intimidire, mettere a tacere o controllare la vittima e possono causare un notevole disagio psicologico.

7. Doxing: il doxing, abbreviazione di “abbandono di documenti”, è l’atto di ricercare e divulgare pubblicamente informazioni private o personali su un individuo senza il suo consenso. Ciò può includere indirizzi, numeri di telefono, dettagli sul posto di lavoro o altri dati sensibili. Il doxing viene spesso eseguito con finalità dannose e può sfociare in molestie, stalking o altri danni di natura varia (alla salute, al patrimonio, all’immagine e reputazione della persona ecc.).

8. Tratta di esseri umani perpetrata elettronicamente: la tratta di esseri umani perpetrata elettronicamente, si riferisce all’uso di piattaforme e tecnologie digitali per reclutare, sfruttare o facilitare la tratta di individui per vari scopi, come lavoro forzato, sfruttamento sessuale o traffico di organi commercio. Ciò può comportare il reclutamento online, la pubblicità o il coordinamento delle attività di tratta.

La violenza virtuale, ad esempio, il cyberbullismo può comportare l’uso di un linguaggio dispregiativo, minacce o la diffusione di voci e informazioni false per umiliare o intimidire le vittime. Lo stalking online, d’altra parte, implica il monitoraggio ossessivo delle attività online di qualcuno, che spesso porta a molestie offline o persino a danni fisici. Il porno vendicativo, una forma particolarmente angosciante di violenza virtuale, comporta la condivisione non consensuale di immagini o video intimi per far vergognare e danneggiare le persone.

Al pari della violenza da parte di un partner intimo subita offline, la violenza virtuale contro le donne può manifestarsi sotto varie forme, fra cui violenza sessuale, psicologica e, come le crescenti tendenze indicherebbero, violenza economica, in cui l’attuale o futura occupazione della vittima è compromessa da informazioni pubblicate online. Non deve essere sottovalutata la possibilità che la violenza nel cyberspazio si manifesti a livello psichico. 

La violenza di genere contro donne e ragazze è stata ed è tutt’ora un problema pervasivo nelle società di tutto il mondo. Il regno digitale ha aperto nuove strade per perpetrare tale violenza, consentendo ai criminali di sfruttare l’anonimato, l’accessibilità e la portata globale di Internet per prendere di mira le loro vittime. Questa forma di violenza non solo provoca danni immediati, ma lascia anche conseguenze psicologiche, emotive e sociali durature e a volte irreversibili perle vittime.

Da alcuni studi e ricerche, condotte negli ultimi anni sono emersi diversi casi di donne vittime di pornografia non consensuale negli Stati membri dell’UE e negli Stati Uniti d’America, molte delle quali di conseguenza hanno commesso suicidio. 

Dalla ricerca emerge che fino al 90% delle vittime di “pornografia vendicativa” sono donne e che il numero dei casi è in aumento. Vi è anche un crescente numero di siti Internet dedicati alla condivisione della pornografia della vendetta, dove gli utenti possono pubblicare immagini e informazioni personali quali indirizzo, datore di lavoro e collegamenti ai profili online della vittima.

I dati dell’UE sulla violenza virtuale contro le donne e le ragazze sono purtroppo ancora insufficienti e di conseguenza si conosce poco sulla reale percentuale di vittime di violenza virtuale e sulla portata dei danni derivanti da tali condotte illecite. Le migliori informazioni disponibili a livello europeo provengono dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali sull’indagine di violenze virtuali contro le donne e ragazze, che comprendeva dei questionari sul cyber-stalking e sulle molestie online. 

Questo studio con relativa indagine è stata la prima forma di ricerca e raccolta di dati su questi casi di violenza virtuale nell’UE. Tuttavia, l’attuale mancanza di studi e di dati aggiornati, non ne consente una quantificazione in misura adeguata riguardo l’estensione o l’impatto della violenza virtuale contro le donne e le ragazze nell’UE.

Le conseguenze della violenza virtuale sono di vasta portata. Le vittime spesso sperimentano un aumento incredibile dei livelli di ansia, depressione e bassa autostima. Le loro vite personali e professionali possono essere gravemente colpite, poiché il timore di molestie online e danni alla reputazione possono portare all’isolamento sociale, alla perdita di opportunità di lavoro e al ritiro dalle piattaforme online. Inoltre, la violenza virtuale perpetua stereotipi di genere dannosi, rafforza gli squilibri di potere e mina gli sforzi verso l’uguaglianza di genere.

La prevalenza della violenza virtuale contro donne e ragazze è davvero allarmante. Numerosi studi e rapporti hanno evidenziato l’entità di questo problema. Secondo uno studio del 2020 delle Nazioni Unite, una donna su tre a livello globale ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della sua vita e, con la rapida crescita delle tecnologie digitali, queste cifre son destinate purtroppo ad aumentare con gravi ripercussioni sulla vita «reale» delle vittime. 

Per determinare meglio sia la diffusione sia tutti i fattori di rischio della violenza virtuale contro le donne e le ragazze, oltre che per potenziare e rendere più efficaci le risposte politiche, occorre attribuire priorità allo sviluppo di strumenti di misurazione e quantificazione di questi dati e di questi atti criminali.

Affrontare la violenza virtuale, richiede quindi un approccio multidisciplinare e poliedrico, che coinvolga individui, comunità, governi e aziende tecnologiche. I programmi di istruzione e sensibilizzazione sono fondamentali per promuovere l’alfabetizzazione digitale e insegnare pratiche online sicure. Altrettanto importante è il rafforzamento della legislazione e dei meccanismi di applicazione della legge per individuare e punire i colpevoli responsabili. Inoltre, la creazione di spazi digitali più sicuri attraverso impostazioni di privacy avanzate, moderazione dei contenuti e meccanismi di segnalazione può aiutare a mitigare il rischio di violenza virtuale.

Sono necessari studi quantitativi e qualitativi per esaminare le risposte del sistema sulla base delle prospettive delle vittime, così come è necessario introdurre una formazione specifica sulla violenza virtuale contro donne e ragazze con una “prospettiva di genere” per garantire risposte adeguate, efficaci e sollecite da parte dell’autorità di Polizia, alla criminalità online.

Da tempo si sottolinea la necessità anche di avviare campagne strutturali e continue di sensibilizzazione educativa per donne e ragazze, soprattutto nelle scuole, al fine di educare su vasta scala la collettività riguardo al fenomeno della violenza virtuale facendo conoscere i diritti, gli strumenti giuridici a disposizione per la loro tutela e i servizi sociali di sostegno, disponibili.  

Conclusione

In conclusione, la violenza virtuale, in particolare la violenza di genere contro donne e ragazze, è un problema non più differibile e rinviabile nella società digitale odierna. Internet ha fornito una piattaforma per la connessione e l’empowerment, ma ha anche dato origine a nuove forme di abuso e molestia. 

È un imperativo ormai, lavorare collettivamente per aumentare la consapevolezza, promuovere la resilienza digitale e creare un ambiente digitale inclusivo e sicuro in cui le donne e le ragazze e in genere tutti i soggetti vulnerabili possano partecipare pienamente senza timore di violenza o discriminazione. 

È importante che le Istituzioni e le agenzie lottino contro la criminalità online per affrontare le forme di delinquenza virtuale basate sul genere, in particolare, da non sottovalutare, l’adescamento o «reclutamento» online di donne e ragazze in situazioni dannose come il traffico di esseri umani. 

Solo attraverso sforzi concertati si può sperare di combattere la violenza virtuale e costruire un mondo online più equo e fondato su un’etica che rispetti i valori fondamentali e inviolabili della persona umana. 

NOTE E RIFERIMENTI

  1. La «violenza contro le donne» è definita dal Consiglio d’Europa come «una violazione dei diritti umani ed una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondata sul genere che provocano, o potrebbero provocare, un danno o una sofferenza di natura fisica, sessuale, psicologica o economica alle donne, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica sia in quella privata» (https://rm.coe. int/168008482e).
  2. Un Broadband Commission for Digital Development (Commissione della banda larga per lo sviluppo digi- tale delle Nazioni Unite) (2015). Cyber Violence Against Women and Girls: A World Wide Wake -Up Call (La violenza virtuale contro le donne e le ragazze: un appello mondiale)
  3. Organizzazione mondiale della sanità, Dipartimento per la salute riproduttiva e la ricerca, London School of Hygiene and Tropical Medicine, South African Medical Research Council (2013). Global and regional estimates of violence against women: prevalence and health effects of intimate partner violence and non-partner sexual violence (Stime globali e regionali della violenza contro le donne; diffusione e conseguenze sulla salute della violenza da parte di un partner intimo e della violenza sessuale da parte di una persona che non è partner), pag. 2. Disponi- bile all’indirizzo: http://www.who.int/reproductivehealth/publications/violence/9789241564625/en/
  4. Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (2014). Violenza contro le donne: un’indagine a livello di Unione europea— Risultati principali. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, pag. 104 Disponibile all’indirizzo: Violenza contro le donne: un’indagine a livello di Unione europea. Panoramica dei risultati
  5. L’obiettivo 9.C degli Obiettivi di sviluppo sostenibile mira a fornire un accesso universale e a costi accettabili ad Internet, riconoscendone il potenziale di sviluppo (cfr. https://sustainabledevelopment.un.org/sdg9 e https://www.one.org/us/2015/09/26/the-connectivity- declaration-demanding-internet-access-for-all-and- implementation-of-the-global-goals/).
  6. Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (2016) Risoluzione non vincolante, articolo 32: The promotion, protection and enjoyment of human rights on the Internet  (La promozione, la protezione e il godimento dei diritti umani su Internet). Disponibile all’indirizzo: https://www. article19.org/data/files/Internet_Statement_Adopted.pdf
  7. Staude-Müller, F., Hansen, B., Voss, M. (2012) «How stres- sful is online victimization? Effects of victim’s personality and properties of the incident» (Quanto è stressante la vittimizzazione online? Effetti sulla personalità della vittima e caratteristiche dell’evento). European Journal of Developmental Psychology, 9(2). Disponibile all’indirizzo: http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/174056 29.2011.643170
  8. Pew Research Center (2014). Online Harassment (Molestie online). Disponibile all’indirizzo: http://www.pewinternet. org/2014/10/22/online-harassment/
  9. Maple, C., Shart, E., Brown, A. (2011). Cyber stalking in the United Kingdom: An Analysis of the ECHO Pilot Survey (Cyberstalking nel Regno Unito: un’analisi dell’indagine pilota ECHO). Università di Bedfordshire. Disponibile all’indirizzo: https://www.beds.ac.uk/ data/assets/ pdf_file/0003/83109/ECHO_Pilot_Final.pdf
  10. La «violenza da parte di un partner intimo» è definita come: un modello di comportamenti aggressivi e coercitivi, compresi atti fisici, sessuali e psicologici, nonché coercizione economica, che gli adulti o gli adolescenti possono usare contro i loro partner intimi senza il loro consenso. Le conseguenti sensazioni di vergogna, paura e impotenza sono alla base dei bassi livelli di denuncia e, di conseguenza, delle condanne relativamente ridotte. Il maggior tasso di violenza da parte di un partner intimo è inflitto dagli uomini contro le loro partner http://eige. europa.eu/rdc/thesaurus/terms/1265
  11. Burney, E. (2009). Making People Behave: Anti-Social Behaviour, Politics and Policy( Far comportare le persone: comportamento antisociale. politica e politiche). Routledge; Chakraborti, N. e Garland, J. (2009). Hate Crime: Impact, Causes and Responses (Reati dell’odio: impatto, cause e risposte). 2a ed. Londra: Sage Publications Ltd.
  12. Secondo numerose indagini, tra le quali spiccano Pathé e Mullen (1997), le donne subiscono lo stalking online in modo più traumatico rispetto agli uomini. Pathé, M. e Mullen, P.E. (1997). «The impact of stalkers on their vi- ctims» (L’impatto degli stalker sulle loro vittime). [Sintesi] British Journal of Psychiatry, gennaio 1997, 170(1), 12-17. Disponibile all’indirizzo: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/ pubmed/9068768#
  13. L’11% delle donne ha ricevuto messaggi di posta elettronica o sms sessualmente espliciti, indesiderati e offensivi, o sgradevoli avance inopportune sui siti di socializzazione (FRA, 2014). Violenza contro le donne: un’indagine a livello di Unione europea. Panoramica dei risultati

Lascia un tuo commento all'articolo

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *