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Binge Drinking e comportamenti a rischio tra i giovanissimi

Binge Drinking
Psicologia

Binge Drinking e comportamenti a rischio tra i giovanissimi

L’uso combinato di sostanze stupefacenti e abuso di alcol tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni rappresenta uno dei fenomeni che creano maggiore allarme tra le autorità sanitarie. Eppure, è un fenomeno di cui si parla poco nel dibattito sociale, salvo quando qualche episodio di cronaca lo porta prepotentemente alla ribalta.

Stereotipi vs evidenze scientifiche sull’alcol

Le bevande alcoliche, comunemente considerate conviviali, in realtà  sono sostanze psicoattive, in grado di modificare il funzionamento del nostro cervello e quindi, la nostra percezione della realtà. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità – che definisce “droga” qualsiasi sostanza psicoattiva che possa provocare assuefazione e dipendenza – sono equiparate a vere e proprie droghe. 

Sarebbe perciò fondamentale che le persone ne conoscessero gli effetti, evitando l’assunzione concomitante di farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale, come ansiolitici e antidepressivi, o altre sostanze stupefacenti che ne amplificano le conseguenze negative.

Nella convinzione comune, l’alcol appare come uno stimolante a causa della precoce disinibizione dovuta alla soppressione dei meccanismi di controllo inibitori. Al contrario, diminuisce significativamente il rendimento in quanto deprime il sistema nervoso centrale.

Qualche numero dall’Organizzazione Mondiale della Sanità

Sempre l’OMS attribuisce al consumo di bevande alcoliche il decesso di 3 milioni di persone nel mondo, ogni anno, a causa di oltre 200 patologie, incidentalità e 6 tipi di cancro.

In Europa, tra il 2010 e il 2016, non sono stati rilevati cambiamenti significativi nei livelli di consumo di alcol pro capite. E anche nel nostro Paese, nel 2020, il 77,2% degli uomini e il 56,2% delle donne di età superiore a 11 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica, per un totale di quasi 35 milioni di individui. 

Il Piano d’azione globale sul consumo dannoso di alcol 2022-2030, messo a punto dall’OMS insieme alle associazioni professionali e al mondo accademico, mira a promuovere l’attuazione della strategia globale sulle bevande alcoliche, utilizzando le evidenze disponibili e il know-how politico nel controllo dell’alcol e nell’affrontare i danni associati al suo consumo. Parte di una più ampia strategia mondiale di lotta alle malattie cronico-degenerative, prevede la riduzione del 10% del consumo rischioso e dannoso di alcol entro il 2025. 

Alcol nel nostro Paese

Maschio, giovane e residente al Nord, è l’identikit del Binge Drinker, il forte consumatore di alcolici e superalcolici (sei o più bicchieri in una sola occasione), alla ricerca dello “sballo” soprattutto nel fine settimana. 

Questa moda preoccupante, importata dai Paesi nordici e sempre più diffusa anche in Italia, con punte oltre il 21% negli uomini della Provincia autonoma di Trento, dove si registra anche il maggior numero di bevitori fuori pasto (15% di tutti gli intervistati). 

Un’indagine condotta dal Centro epidemiologico dell’Istituto Superiore della Sanità italiano allo scopo di tenere sotto osservazione l’evoluzione dei fattori di rischio per la salute della popolazione italiana rileva che, sebbene il Binge Drinking sia un fenomeno prettamente giovanile, più del 5% delle persone tra i 65 e i 69 anni ha consumato sei o più bicchieri in un’unica occasione.

Giovani e comportamenti a rischio

“Consumatori binge drinking: in Italia si definisce consumo binge drinking l’assunzione di oltre 6 bicchieri di bevande alcoliche (un bicchiere corrisponde a una Unità standard, contenente 12 grammi di alcol puro), indipendentemente dal sesso di chi beve, concentrato in un’unica occasione di consumo. Nel 2020 i binge drinker sono stati l’11,4% degli uomini e il 3,9% delle donne di età superiore a 11 anni, che corrispondono a 4 milioni e 100 persone (3 milioni di uomini e 1 milione e 100 donne). Le percentuali di binge drinker sia nei maschi che nelle femmine aumentano nell’adolescenza e raggiungono valori massimi tra i 18-24enni (M=22,1%; F=14,3%) per poi diminuire nelle età più anziane. La percentuale di binge drinker di sesso maschile è statisticamente superiore al sesso femminile in ogni classe di età a eccezione dei minorenni, ossia nella popolazione il cui consumo dovrebbe essere zero per il divieto di vendita e somministrazione di bevande alcoliche. L’analisi del trend dei binge drinker di età superiore agli 11 anni mostra che tra il 2010 e il 2014 la prevalenza è diminuita per entrambi i generi, mentre è aumentata tra il 2014 e il 2020, con un incremento nell’ultimo anno pari al 7,3% (M+F), più marcato per le donne.

Consumatori a rischio secondo il criterio ISS: secondo il criterio ISS sono da considerarsi consumatori a rischio tutti i minori di 18 anni di entrambi i sessi che hanno consumato anche solo una bevanda alcolica, i maggiorenni di sesso maschile che hanno consumato più di 2 Unità Alcoliche standard al giorno, gli anziani (sopra i 65 anni) e le donne che ne hanno consumata più di 1, e tutte le persone, indipendentemente dal sesso e l’età, che hanno praticato il binge drinking almeno una volta nel corso dell’anno”.

Correlata al consumo di alcol, in particolare quello ludico e smodato, è anche la sicurezza stradale. Circa il 14% di chi ha dichiarato di aver guidato un’auto o una moto negli ultimi 30 giorni si è messo alla guida dopo aver bevuto due o più bicchieri nell’ora precedente. In Emilia Romagna, questa percentuale sale addirittura al 40%, evidenziando l’importanza di predisporre campagne informative per contrastare gli incidenti stradali.

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