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La mente non è il cervello. Intervista a Grazia La Manna sul caso Turetta

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La mente non è il cervello. Intervista a Grazia La Manna sul caso Turetta

La mente non è il cervello, come ancora alcuni professionisti della salute mentale vogliono far credere. Il noto neurologo Sorrentino si è espresso nel merito della terribile vicenda di cronaca Cecchettin/Turetta, sostenendo una posizione vetero organicistica, e non esita a screditare l’operato di un’intera categoria di professionisti, quella degli psicologi, al contrario da sempre attenta a farsi carico della salute dei propri assistiti nella sua globalità, tenendo conto del complesso rapporto mente/corpo, e senza per questo sconfinare nel lavoro altrui.
 
Nel nostro lavoro di psicologi, sappiamo quanto sia difficile ottenere una motivazione al cambiamento e al riconoscimento del proprio disagio nelle persone che si rivolgono a noi, a maggior ragione se il disagio è grande. Eppure, siamo sempre pronti a farci carico del portato di sofferenza dei nostri pazienti, cercando insieme a loro la soluzione migliore.
 
Abbiamo chiesto a Grazia La Manna, esperta psicologa giuridica e psicoterapeuta, cosa pensa delle dichiarazioni del dr. Sorrentino?
Le parole del neurologo Sorrentino a proposito del disagio psichico di Filippo Turetta, assassino di Giulia Cecchettin, sono indiscutibilmente pericolose. Ma non per la comunità professionale degli psicologi. Sono pesanti soprattutto per coloro che si rivolgono agli psicologi.
Affermare che
 
“non ci possiamo permettere di vedere che nella maggior parte di casi simili a questo ci si riduca alle sole sedute dello psicologo e non ad un medico specialista che sappia stabilizzare l’equilibrio biologico del cervello con una adeguata terapia farmacologica che non è l’ansiolitico dato dall’amico” (vedi LaStampa.it)
 
significa non conoscere le prerogative professionali di uno psicologo.
In questo modo, coloro che si affidano agli psicologi rischiano di temere di affidarsi a qualcuno che non sappia accogliere e trattare il disagio psichico. Al contrario, gli psicologi hanno le competenze per fare questo e hanno anche la capacità di riconoscere se e quando un loro paziente necessita di un supporto psichiatrico.
Questa ennesima svalutazione della professione dello psicologo si basa su un commento relativo ad un caso di cui, come spesso accade, non si ha una conoscenza diretta. Ed è soprattutto questo che un professionista della salute mentale dovrebbe accuratamente evitare, per non generare confusione e fraintendimenti nelle persone fragili e in coloro che vivono al loro fianco.
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Commenti (2)

  1. Rosalba Boscolo Anfosso

    Non sono CTU ma semplice psicoanalista adleriana, vi seguo con grande interesse !

  2. Grazia La Manna

    Grazie di cuore per il supporto

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