Danno psichico: quando l’avvocato chiede un aiuto psicologico per il proprio cliente
20/10/2020 2022-06-15 14:02Danno psichico: quando l’avvocato chiede un aiuto psicologico per il proprio cliente

Danno psichico: quando l’avvocato chiede un aiuto psicologico per il proprio cliente
Carmen Muraro
Psicologa Giuridica Forense, Psicoterapeuta
Il presente lavoro tocca una vicenda umana tra colui che subisce una lesione e colui che l’ha inflitta, quindi quella professionale dell’avvocato che assiste la persona con l’auspicio di ottenere un equo ristoro e, in via tangenziale, quella dello psicologo chiamato a dare aiuto e supporto psicologico alla persona vittima di una lesione o come consulente specialista nella valutazione del danno non patrimoniale alla persona (DNP).
In questi ultimi anni lo psicologo è sempre più frequentemente sollecitato dal mondo professionale degli avvocati nel fornire interventi e pareri professionali sia di sostegno psicologico a persone vittime di una lesione sia di natura esclusivamente tecnico-valutativa.
Le competenze dello psicologo professionista possono infatti declinarsi in diverse fasi e con diverse finalità nel rapporto con l’avvocato.
In particolare, in questo articolo, ci si sofferma sull’analisi delle richieste di aiuto psicologico nei casi di persone con esperienze traumatiche, in quanto vittime di una lesione fisica o psicofisica e relazionale. Nello specifico si farà riferimento alle situazioni di coinvolgimento dello psicologo nella fase stragiudiziale, ovvero quando è l’avvocato a suggerire al proprio assistito di rivolgersi ad uno psicologo per un aiuto.
Va da sé che, per questa attività, lo psicologo deve saper assicurare oltre alle competenze di base, una solida e comprovata preparazione ed esperienza clinica e psicoterapeutica nell’area della psicologia del trauma. Conoscenze e competenze cliniche indispensabili ai fini della validità del proprio intervento, in particolare modo nei casi di sospetto o accertato danno psichico.
Solitamente la tipologia dei traumi di natura psicofisica e relazionale può essere molteplice, come un lutto per aver perso una persona cara in un incidente sul lavoro, per avere subito una menomazione fisica, per avere subito maltrattamenti e violenza psicologica in ambito domestico, etc.
In questo caso, l’elemento qualificante l’intervento psicologico è quello di aiuto e di supporto, eventualmente e a seconda dei casi, anche psicoterapeutico alla persona/paziente, con tutto il corollario di setting clinico e/o psicoterapeutico.
In questi casi, considerata la duplicità dei livelli (clinico ma con un inviante avvocato), appare importante per lo psicologo inquadrare molto bene questa richiesta, ovvero qualificare e definire fin dall’inizio del rapporto psicologo-paziente/cliente la finalità e i limiti del proprio intervento, e questo anche al suo avvocato qualora ne sia il proponente e/o inviante.
Va ricordato che nel lavoro di aiuto alle persone che subiscono esperienze traumatiche di sovente emergono difficoltà e resistenze personali tali da interferire e rendere particolarmente difficile l’avvio di un proficuo percorso psicologico nel paziente.
Le criticità che si osservano più frequentemente sono la scarsa propensione socio-culturale di andare dallo psicologo, la resistenza al cambiamento, la scarsa motivazione interna al lavoro psicologico culminanti in drop-out precoci, per cui dopo alcune sedute il paziente non si presenta agli appuntamenti, lamentando di non avere tempo o che sta troppo male per continuare.
Tali motivazioni e difficoltà ad affrontare il lavoro personale su se stesso possono verosimilmente testimoniare nel soggetto una franca sofferenza psichica che può manifestarsi anche con la richiesta d’interruzione del rapporto professionale.
Non da meno, può succedere che, anche dopo qualche tempo dall’interruzione spontanea del paziente, allo psicologo giunga la richiesta di una attestazione o certificazione specialistica sulla medesima persona che ha interrotto il percorso di aiuto, al fine della trattazione stragiudiziale o del ristoro giudiziario del danno non patrimoniale alla persona. A volte accompagnata anche da successiva citazione dello psicologo in tribunale, come specialista teste nella causa di risarcimento.
Orbene, ben capendo l’esigenza di allegazioni specialistiche avvaloranti le condizioni psichiche e psicologiche della persona, lo psicologo in questo caso è tenuto alla veridicità su quanto ha svolto e osservato e, qualora gli sia richiesta un’attestazione/relazione sul proprio lavoro, deve descrivere la finalità del suo intervento, la natura del percorso svolto (o che si sta svolgendo), come nel caso di un cliente/paziente in ambito di consultazione psicologica e/o psicoterapeutica.
Infine, lo psicologo che riceve una richiesta di accertamento di un danno non patrimoniale sul proprio paziente (o ex paziente) la deve orientare/indirizzare ad altro professionista psicologo che sia specialista in valutazione del danno non patrimoniale alla persona, per l’evidente ed impropria sovrapposizione, anche di natura deontologica, del piano clinico e psico-giuridico.
Su un altro piano e su altri presupposti professionali e deontologici si collocano infatti il lavoro di valutazione psicologica del danno psichico e/o esistenziale.
Riferimenti bibliografici essenziali
- Codice Deontologico degli Psicologi Italiani
- Pajardi D., 2005, “Considerazioni in merito al ruolo dello psicologo giuridico”, in Newsletter dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, 2, p.6.
- Capri P., “Il danno alla persona. La difficoltà della cura e del risarcimento psicologico”, in Newsletter 37 AIPG.
- Ordine degli Psicologi del Veneto, 2012, La CTU psicologica nel diritto di famiglia e nel danno non patrimoniale alla persona.
- AIPG, 2019, Linee guida per lo psicologo esperto in psicologia giuridica in ambito civile e penale.
- Ordine degli Psicologi del Lazio, 2012, Linee guida per l’accertamento e la valutazione psicologico‐giuridica del danno alla persona.
- Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5, Raffaello Cortina, Milano, 2014.
- Montano A., Roberta Borzì R., 2019, Manuale di intervento sul trauma. Comprendere, valutare e curare il PTSD semplice e complesso, Erickson, Trento.
Buongiorno, mi presento sono Marina Dorliguzzo, ho conseguito la laurea in LM51 psicologia comportamentale cognitiva in data 20 febbraio 2025,…