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Coming out, quando i problemi iniziano già in famiglia

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Psicologia

Coming out, quando i problemi iniziano già in famiglia

Contraddizioni della società contemporanea e discriminazione sessuale

Il 17 maggio, a distanza di 31 anni da quando, nel 1990, l’OMS ha eliminato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, è ancora la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.

Eppure, sebbene sia passato così tanto tempo da questa storica presa di posizione del più importante organismo internazionale per la tutela della salute, ancora oggi, uno studente su 3 pensa che l’omosessualità sia sbagliata e il 10% che sia una malattia o un peccato.

Il nostro paese, nell’anno in corso, è sceso al 35° posto nella classifica dei Paesi europei per politiche a tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza delle persone LGBT+. Uno zoccolo duro di ben il 14% dei nostri concittadini, inoltre, ritiene che gay e lesbiche non debbano vivere come desiderano.

Sono moltissime, infatti, le persone LGBT+ colpite da discriminazione, odio e violenza a causa del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere, e molte di loro sono giovanissime, con un’età compresa tra i 13 e i 27 anni.

Attualmente, il codice penale italiano stabilisce che costituisca reato commettere violenza o istigare a commetterla per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. La novità principale della proposta di legge Zan, di recente in discussione in Parlamento, consiste in una estensione di questa misura anche alle discriminazioni basate sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.

Quando i problemi iniziano già in famiglia

L’11 ottobre, invece, si celebra la Giornata del Coming Out e se ne può ravvisare tutta l’importanza se si considera che l’incidenza del pregiudizio e della discriminazione ha un peso particolare sui ragazzi e sulle ragazze LGBT+, i quali iniziano ad avere problemi già in famiglia. I dati portano infatti alla luce un fenomeno preoccupante, e cioè che, nell’ultimo anno, 1 giovane LGBT+ su 2 ha avuto moderati o gravi problemi in famiglia, dopo aver manifestato il proprio orientamento sessuale. La percentuale sale al 70%, quando il Coming Out riguarda l’identità di genere delle persone trans.

Ma quali sono le reazioni più comuni da parte dei familiari o dei propri pari? Sono numerose e non si limitano allo stigma, ma possono giungere anche a comportamenti molto violenti. Le famiglie e i conoscenti reagiscono spesso con atteggiamenti di:

  • rifiuto
  • repressione agita attraverso l’isolamento
  • reclusione in casa anche a detrimento del percorso scolastico
  • tentativi di conversione attraverso
  • pressioni sull’espressione del genere e della sessualità
  • l’intervento di figure più o meno professionali
  • violenza verbale
  • violenza fisica
  • perdita del sostegno economico da parte della famiglia
  • abbandono dei figli.

Di fatto, in funzione di quanto abbiamo appena esposto, numerosi LGBT+ sperimentano situazioni altamente traumatiche e, in molti casi, necessitano di aiuto e sostegno per riuscire ad emanciparsi da questa condizione di disagio indotto dal contesto familiare e sociale.

Le vittime di discriminazione sessuale fanno fatica a denunciare, così che il fenomeno è largamente sottostimato, e vivono costantemente in una condizione di stress e paura.

Dai dati raccolti durante il periodo pandemico da alcune organizzazioni di aiuto, emerge un panorama sconfortante: i ricatti e le minacce subiti dalle persone LGBT+ sono passati dall’11 al 28%; i casi di Mobbing e discriminazioni nel contesto lavorativo dal 3 al 15%, così come sono a dismisura aumentati gli episodi di Cyberbullismo e Hate Speech Online.

Giovani, sessualità fluida e ribellione generazionale

Parallelamente, grazie al cambiamento epocale avvenuto a partire dalla rivoluzione sessuale iniziata alla fine degli anni Sessanta, sempre più persone sono sensibili e rispettose delle diversità.

Grazie a questa trasformazione profonda dei costumi, è emersa una nuova società i cui codici sessuali e di ruolo tra i generi sono meno rigidi, e tali che le persone si sentono più libere di esprimere e sperimentare le proprie tendenze e i propri bisogni. E questo è osservabile soprattutto tra le generazioni più giovani che manifestano a volte difficoltà a identificarsi con i ruoli di genere tradizionali.

Esiste, poi, un recente fenomeno diffuso sul Social più in voga tra i giovanissimi, TikTok, quello di fingersi omosessuale. Mark McCormack, sociologo dell’Università di Roehampton di Londra, specializzato nello studio del comportamento sessuale, sostiene che dietro a questa tendenza ci sia anche una componente di ribellione generazionale. Una forma di anticonformismo adolescenziale, un modo per questi giovanissimi eterosessuali di manifestare come la loro generazione sia diversa da quella dei loro genitori.

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