9 aprile 2025 - I Giornata Nazionale dell’Ascolto dei Minori

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9 aprile 2025 – I Giornata Nazionale dell’Ascolto dei Minori

I Giornata Nazionale dell’Ascolto dei Minori
Psicologia Giuridica

9 aprile 2025 – I Giornata Nazionale dell’Ascolto dei Minori

Il 9 aprile 2025 si celebra per la prima volta la Giornata Nazionale dell’Ascolto dei Minori, istituita dalla Legge 104/2024. Un’iniziativa che, oltre al valore simbolico, richiama l’urgenza di un cambiamento culturale concreto nel modo in cui ci relazioniamo ai bambini e agli adolescenti, in ogni ambito della loro vita: familiare, scolastico, sanitario, sociale e giudiziario.

La giornata trova il suo fondamento nell’articolo 12 della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che riconosce ai minori il diritto di esprimere liberamente la propria opinione su tutte le questioni che li riguardano, e di vedere queste opinioni tenute in debita considerazione. Sebbene questo principio sia in vigore da oltre trent’anni, sappiamo quanto sia ancora lontano dall’essere pienamente attuato.

Nel nostro lavoro clinico e giuridico-forense, sappiamo bene che ascoltare un minore è un atto tecnico e relazionale al tempo stesso. Non si tratta semplicemente di lasciare spazio alla parola del bambino, ma di saper costruire le condizioni affinché quella parola emerga in modo autentico, tutelato e non condizionato.

Questo richiede competenze specifiche: conoscere le fasi dello sviluppo, saper leggere i segnali non verbali, essere consapevoli delle dinamiche familiari e contestuali, e mantenere una posizione professionale che non sia né neutra né invasiva, ma rispettosa e responsabile. L’ascolto non è mai “neutro”: è una pratica complessa che può aprire possibilità evolutive oppure, se condotta in modo inadeguato, amplificare il disagio e la confusione.

Le recenti ricerche, come l’indagine condotta da Con i Bambini e Demopolis nel 2024, ci restituiscono un quadro chiaro: il benessere psicologico di bambini e adolescenti è oggi una delle principali preoccupazioni delle famiglie italiane. La fragilità emotiva, il senso di solitudine, l’ansia legata al futuro sono esperienze frequenti nei racconti di molti ragazzi.

In questo contesto, ascoltare non è solo un diritto da garantire, ma anche un potente strumento di prevenzione. Quando un adulto competente accoglie la narrazione di un minore senza giudicare, senza minimizzare o iperinterpretare, si attiva un processo di regolazione emotiva e di riconoscimento che ha effetti positivi sul piano psicologico.

Nel contesto giuridico, l’ascolto del minore assume caratteristiche ancora più delicate. È necessario proteggere il minore dal rischio di essere coinvolto in dinamiche che non gli competono, pur garantendo il suo diritto a essere parte attiva nei procedimenti che lo riguardano.

Nelle CTU, nelle audizioni protette, nei percorsi di valutazione delle capacità genitoriali, l’ascolto va progettato con rigore metodologico, tenendo conto del contesto, degli obiettivi e del rischio di suggestionabilità. È essenziale anche chiarire – a se stessi e al minore – il senso dell’ascolto: non per “decidere al posto suo”, ma per includerne il punto di vista in un processo più ampio di valutazione.

Il senso di questa Giornata è anche educativo: promuovere una cultura dell’ascolto significa educare adulti e contesti a sviluppare sensibilità, strumenti e tempi adeguati per accogliere la voce dei più giovani. Non si tratta di idealizzare la parola del minore, né di delegare a lui responsabilità adulte. Si tratta, piuttosto, di riconoscerlo come soggetto capace di partecipare, con gradualità e accompagnamento, alla costruzione della propria esperienza.

In quest’ottica, il coinvolgimento di scuole, servizi sociali, famiglie, tribunali e professionisti della salute mentale è fondamentale. Ognuno di questi contesti può diventare un luogo di ascolto, se dotato di competenze, risorse e consapevolezza. La speranza è che questa giornata possa consolidare buone pratiche già presenti nei territori e stimolare un confronto serio tra professionisti, istituzioni e comunità educanti. Perché ascoltare un minore non è mai solo un atto individuale: è un indicatore del livello di maturità relazionale, culturale e istituzionale di una società.

Riferimenti:

Risultati_Media_20_novembre_2024_Demopolis_Con-i-Bambini.pdf


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