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Maltrattamento e abuso nel Disturbo dello Spettro dell’Autismo

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Psicologia Giuridica

Maltrattamento e abuso nel Disturbo dello Spettro dell’Autismo

Bianca Milocco
corsista del corso di alta formazione Ruolo e Funzioni del Consulente Tecnico Psicologo in Ambito Minorile

I Disturbi dello Spettro dell’Autismo (ASD) appartengono alla categoria dei Disturbi del Neurosviluppo. Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), riporta che tale patologia è caratterizzata da “deficit persistenti nella comunicazione sociale e dell’interazione sociale in molteplici contesti”; in aggiunta, per effettuare la diagnosi si richiedela presenza diun pattern di comportamento, interessi, o attività ristretti e ripetitivi”.

I sintomi dei bambini con ASD si manifestano attraverso difficoltà di comunicazione, nell’interazione sociale e nella comprensione del pensiero altrui. Possono avere anche una iper-sensibilizzazione nei confronti di rumori e suoni, e compiere movimenti ripetitivi e stereotipati, come dondolio e auto-stimolazione. Inoltre, possono mostrare attaccamento agli oggetti, resistenza al cambiamento della propria routine, comportamenti di tipo aggressivo o autolesionismo (Buone prassi per l’autismo, Quaderni CNOP). La disabilità intellettiva e il disturbo dello spettro dell’autismo sono spesso presenti in comorbilità. In Italia, si stima che 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenti un Disturbo dello spettro dell’Autismo con una prevalenza maggiore nei maschi, che sono 4,4 volte in più rispetto alle femmine.

Due tra i test di riferimento ritenuti più validi dal punto di vista diagnostico sono l’Autism Diagnostic Observation Schedule-2 (ADOS-2; Lord et al. 2000), un test di osservazione diretta, e l’Autism Diagnostic Interview-Revised (ADI-R; Rutter et al. 2005), un’intervista da condurre con un caregiver. Tali strumenti oltre a essere utilizzati per l’inquadramento diagnostico categoriale della patologia, permettono di delineare il funzionamento generale della persona, la sua storia evolutiva e sindromica.

In letteratura è ormai ampiamente documentato che i bambini con disabilità sono maggiormente a rischio di maltrattamento (Sullivan & Knutson, 2000), hanno una maggiore probabilità di subire esperienze di abuso (fisico, sessuale o emotivo) e negligenza, con conseguenze dannose per il loro sviluppo (Cicchetti & Valentino, 2006).

Nello specifico, Sullivan e Knutson hanno condotto uno studio i cui risultati riportano che i bambini con disabilità hanno una probabilità di essere maltrattati 3,4 volte maggiore rispetto ai bambini non disabili. Inoltre, riscontrano che i bambini con disabilità tendono a essere più maltrattati da piccoli, infatti, i bambini disabili in età prescolare subiscono più esperienze di negligenza e abusi rispetto ai bambini disabili nelle fasce di età delle scuole elementari, medie e superiori. Il sesso della vittima di maltrattamento è significativamente associato allo stato di disabilità: tra i bambini senza disabilità le vittime sono più le ragazze che i ragazzi; tra i bambini con disabilità avviene il contrario (Sullivan & Knutson, 2000).

Anche un più recente studio condotto da McDonnell ha confrontato la prevalenza del maltrattamento tra bambini con solo Disturbo dello Spettro Autistico (ASD), bambini con ASD in comorbilità con Disabilità Intellettiva, bambini con solo Disabilità Intellettiva e controlli. Lo studio ha rilevato una probabilità significativamente più elevata di maltrattamento tra i primi tre gruppi, rispetto al gruppo di controllo (McDonnell et al. 2019).

Secondo Edelson (2010) il maggior rischio di subire violenza e maltrattamento in bambini con ASD si può ascrivere a due ragioni principali: in primo luogo, alcuni bambini con autismo potrebbero essere presi di mira per il semplice fatto di essere considerati più vulnerabili; secondariamente, nel momento in cui un bambino affetto da autismo subisce un abuso sessuale, la manifestazione di alcuni segnali potrebbe venire ignorata o essere attribuita erroneamente all’autismo, piuttosto che all’abuso.

La percezione di maggiore vulnerabilità di bambini affetti da autismo è stata esaminata da diversi autori. Begeer e collaboratori (2008) hanno condotto una revisione della letteratura relativa alla competenza emotiva nei bambini con autismo in relazione a quattro aree fondamentali nelle interazioni sociali: espressione delle emozioni, percezione delle emozioni, risposta alle emozioni e comprensione delle emozioni. Dallo studio è emerso che coloro che hanno sintomi lievi di autismo sono in grado di esprimere emozioni semplici e rispondere in modo adeguato alle emozioni degli altri, mentre coloro che hanno sintomi di autismo più gravi hanno maggiori difficoltà nel processamento delle emozioni. Inoltre, può essere ancora più complesso per le persone con autismo comprendere le emozioni degli altri quando le emozioni espresse sono ingannevoli (come può essere quando interagiscono con un possibile abusante). Dennis e colleghi (2000) hanno scoperto che i bambini con autismo ad alto funzionamento erano meno in grado di identificare le espressioni facciali che rappresentavano emozioni ingannevoli ed avevano minore capacità di capire le ragioni per cui qualcuno avrebbe potuto ingannarli, rispetto a bambini di controllo con medesimi età e sesso.

Oltre alla difficoltà nell’elaborazione emotiva, i bambini con autismo possono incontrare difficoltà di comunicazione e ciò potrebbe portare alla percezione, per un presunto abusante, che non sarebbero in grado di rivelare l’abuso. Dahlgren e il suo gruppo (2008) esaminando la comunicazione referenziale nei bambini con autismo, che richiede che un oratore fornisca informazioni abbastanza specifiche a un ascoltatore in modo che l’ascoltatore sappia a cosa ci si sta riferendo, hanno scoperto che i bambini con autismo avevano maggiori difficoltà a comunicare informazioni rilevanti e avevano una comunicazione referenziale meno efficiente rispetto ai bambini tipici. Questa abilità è particolarmente importante nel comunicare informazioni non già note all’altro, come nel caso di una spiegazione su un abuso sessuale, pertanto è possibile che alcuni bambini possano non avere le capacità per comunicare efficacemente ciò che è loro accaduto in un modo che sarà compreso dagli altri.

Rispetto alla seconda argomentazione, bambini con autismo, come detto, a volte mostrano comportamenti di autostimolazione, autolesionistici, stereotipati e ripetitivi (APA, 2000). Tali comportamenti possono aumentare di intensità o frequenza se un bambino con autismo subisce abusi sessuali e tenta di affrontare o dare un senso a tale abuso. Davanti a questa ipotesi bambini con ASD potrebbero cercare di rivelare l’abuso subito, ma a causa di questi comportamenti potrebbero essere interpretati erroneamente, con il rischio che tali manifestazioni vengano semplicemente ricondotte all’autismo (Edelson, 2010).

Bibliografia

American Psychiatric Association (2000). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4th edition, text revised. Washington, DC: Author.
American Psychiatric Association, Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing, 2013. Edizione italiana: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Raffaello Cortina, 2014.
Begeer, S., Koot, H. M., Rieffe, C., Terwogt, M. M., & Stegge, H. (2008). Emotional competence in children with autism: Diagnostic criteria and empirical evidence. Developmental Review, 28(3), 342-369.
Buone prassi per l’autismo, Quaderni CNOP
Cicchetti, D., & Valentino, K. (2006). An ecological-transactional perspective on child maltreatment: Failure of the average expectable environment and its influence on child development.
Dahlgren, S., & Sandberg, A. D. (2008). Referential communication in children with autism spectrum disorder. Autism, 12(4), 335-348.
Dennis, M., Lockyer, L., & Lazenby, A. L. (2000). How high-functioning children with autism understand real and deceptive emotion. Autism, 4(4), 370-381.
Edelson, M. G. (2010). Sexual abuse of children with autism: factors that increase risk and interfere with recognition of abuse. Disability Studies Quarterly, 30(1).
Lord, C., Risi, S., Lambrecht, L., Cook, E. H., Leventhal, B. L., DiLavore, P. C., … & Rutter, M. (2000). The Autism Diagnostic Observation Schedule—Generic: A standard measure of social and communication deficits associated with the spectrum of autism. Journal of autism and developmental disorders, 30(3), 205-223.
McDonnell, C. G., Boan, A. D., Bradley, C. C., Seay, K. D., Charles, J. M., & Carpenter, L. A. (2019). Child maltreatment in autism spectrum disorder and intellectual disability: Results from a population‐based sample. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 60(5), 576-584.
Rutter, M., Le Couteur, A., & Lord, C. (2005). ADI-R, Autism Diagnostic Interview Revised (a cura di R. Faggioli, M. Saccani, AM Persico et al.). Firenze, Giunti OS.
Sullivan, P. M., & Knutson, J. F. (2000). Maltreatment and disabilities: A population-based epidemiological study. Child abuse & neglect, 24(10), 1257-1273.

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