Intelligenza artificiale, realtà virtuale e realtà aumentata nel contesto sociale economico.

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Intelligenza artificiale, realtà virtuale e realtà aumentata nel contesto sociale economico. Utilizzo eccessivo ed impatto sull’apprendimento e sullo stato emotivo dei giovani. 

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La parola all'Avvocato

Intelligenza artificiale, realtà virtuale e realtà aumentata nel contesto sociale economico. Utilizzo eccessivo ed impatto sull’apprendimento e sullo stato emotivo dei giovani. 

Giulio Palma
 Avvocato Penalista – Diritto Penale di impresa – Digital Forensic Analyst & Cybersecurity, Cybercrimes investigations

Introduzione 

L’ascesa della tecnologia digitale e la sua integrazione in vari aspetti della nostra vita ha creato grandi opportunità ma anche nuovi rischi. Negli ultimi anni sono aumentate infatti le preoccupazioni riguardo all’uso improprio dell’intelligenza artificiale (AI) Artificial Intelligence), della realtà virtuale (VR ) Virtual Reality e della realtà aumentata (AR) Augmented Reality , a causa dell’impatto sociale ed economico oltre che in relazione alle conseguenze sull’apprendimento dei giovani e sul loro stato emotivo ed esperienziale. 

La crescente integrazione di assistenti virtuali e chatbot guidati dall’intelligenza artificiale nella vita quotidiana dei giovani, può infatti influenzare il loro sviluppo sociale ed emotivo. L’interazione sempre più frequente con entità di intelligenza artificiale, li espone al rischio di una riduzione dell’empatia e delle abilità sociali, con un potenziale impatto sulla loro capacità di costruire relazioni significative nel mondo reale.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale ha iniziato dunque a produrre i suoi effetti, non sempre positivi, sia a livello sociale  che a livello emotivo sulle persone ed in particolare su quelle più vulnerabili come i più giovani. In questa riflessione si cercherà di evidenziare come queste tecnologie stanno influenzando  la società contemporanea e come stanno contribuendo a modellare le nostre esperienze emotive. 

La disamina comprenderà anche  le conseguenze dell’uso improprio di AI, VR e AR in varie attività ed ambiti della vita di tutti i giorni, facendo luce sulle implicazioni etiche e sociali. Comprendendo le possibili conseguenze negative, si potranno quindi sviluppare strategie per mitigare i rischi associati alle tecnologie emergenti e garantire la sicurezza e il benessere degli individui, in particolare dei soggetti  vulnerabili, come i minori. 

Adolescenti e nuove tecnologie

E’ già evidente come i giovani integrino queste nuove tecnologie(AI), (VR) e (AR) in vari aspetti della loro vita, per cui è fondamentale esaminare le potenziali conseguenze che questo utilizzo  potrebbe avere sul loro benessere fisico, cognitivo, sociale ed emotivo. Le tecnologie di (AI), (VR) e (AR)  in particolare l’intelligenza artificiale (AI) connessa, ha inaugurato una nuova era di innovazione tecnologica e possibilità di trasformazione della vita. I sistemi di intelligenza artificiale stanno diventando sempre più sofisticati, in grado di apprendere, ragionare ed eseguire compiti complessi che un tempo erano esclusivi e propri dell’intelligenza umana. 

Man mano che l’intelligenza artificiale progredisce, i potenziali benefici per la società aumentano, spaziando dal miglioramento socio-economico, all’efficientamento del servizio della Pubblica Amministrazione, dell’assistenza sanitaria e del trasporto autonomo fino  a processi di produzione ottimizzati ed esperienze dell’utente  personalizzate.

Tuttavia, da queste capacità ed abilità tecnologiche senza precedenti, deriva anche la preoccupazione di potenziali usi impropri dell’intelligenza artificiale (AI). Man mano che l'(AI) si evolve, diventa quindi doveroso esaminare le implicazioni etiche, sociali, legislative e di sicurezza che derivano dalle sue applicazioni ed usi.  

Questa  riflessione  parte dal concetto di “intelligenza artificiale” legata anche alla (VR) e (AR) e   scrutando il suo vasto potenziale ed  alcuni dei possibili usi impropri, intende far luce sugli aspetti positivi e negativi di questa “ rivoluzione” artificiale,  in grande espansione.

La convergenza di AI, VR e AR ha aperto nuove strade per la comunicazione, l’intrattenimento e il commercio. Tuttavia, vi è un lato oscuro di queste tecnologie che è diventato sempre più evidente, essendo una dimensione appetibile per il mondo del crimine che sfrutta le capacità tecnologiche per attività illecite. Occorre quindi investigare le conseguenze del loro uso improprio, concentrandosi sia sugli effetti socio-emotivi sia sulle possibili applicazioni illecite, ad es. per commettere frodi o con finalità di pornografia e adescamento di minori a scopo di sfruttamento sessuale.

Non si può ignorare che il miglioramento dell’apprendimento e dello sviluppo culturale nelle categorie dei più giovani è sicuramente uno dei vantaggi significativi dell’uso dell'(AI). Le piattaforme di apprendimento basate sull’intelligenza artificiale possono inoltre soddisfare stili di apprendimento individuali, consentendo esperienze di apprendimento personalizzate e adattive. Ad esempio analizzando i dati sulle prestazioni e sul comportamento degli studenti, l'(AI) può identificare le aree di miglioramento e fornire un supporto mirato. Di conseguenza, i giovani studenti possono beneficiare di migliori risultati accademici e sviluppo delle aree di loro maggior interesse. 

Ma non va trascurata una considerazione riguardo alle tecnologie di (AI), in particolare quelle guidate da algoritmi di apprendimento automatico, perché ciò può costituire anche la base per consolidare e reiterare i pregiudizi presenti nei dati su cui vengono formati i ragazzi. 

I giovani utenti possono infatti inconsapevolmente contribuire a creare sistemi di intelligenza artificiale distorti, rafforzando stereotipi, discriminazioni e influenze socio-politiche e/o “fake news”. Diventa essenziale quindi incoraggiare da parte delle agenzie educative, le discussioni etiche e la consapevolezza ragionata nell’utilizzo dell'(AI) con tutte le sue conseguenze nelle comunità sociali, culturali, scolastiche e familiari. 

D’altronde si è già sperimentato  che i  giovani che fanno molto affidamento sull’intelligenza artificiale per il processo decisionale e la risoluzione dei problemi, semplificando i passaggi del normale apprendimento logico,  possono sviluppare ridotte capacità di pensiero critico e dipendenza. Incoraggiare un approccio equilibrato all’uso dell'(AI) può aiutare a mantenere la loro autonomia cognitiva e la loro specifica creatività.

La crescente dipendenza dell’intelligenza artificiale (AI) tra i giovani, è un fenomeno complesso in cui agiscono diverse concause. Alcune delle principali ragioni di questa eccessiva dipendenza dei giovani, è infatti l’accesso facile e costante all’(AI) grazie ai dispositivi mobili e cellulari che ha reso l'(AI) facilmente raggiungibile da parte dei giovani e giovanissimi, in ogni luogo e in ogni momento. 

Le app e i servizi basati sull'(AI) offrono intrattenimento, informazioni e assistenza costante, rendendo difficile per i giovani staccarsi da tali dispositivi che vengono utilizzati indiscriminatamente persino nelle ore dedicate al riposo notturno. Molte piattaforme di social media utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale per fornire contenuti personalizzati che agganciano gli utenti coinvolti e li rendono dipendenti dalla piattaforma. 

Questi algoritmi possono alimentare “bolle” informative e amplificare a dismisura  il rischio di dipendenza.

La facilità di ricevere risposte immediate, fornite dall'(AI), soddisfa il desiderio di gratificazione istantanea dei giovani, annullando ogni sforzo individuale, creativo e soprattutto annullando e rendendo addirittura impossibile conoscere da parte loro, la gratificazione derivante da una ricerca accurata, paziente e diluita nel tempo. 

Questo può portare a una continua ricerca di stimolazione eterodeterminata e all’incapacità di gestire l’attesa o la noia ma, soprattutto di utilizzare e sviluppare il proprio intelletto e potenzialeindividuale affidandosi ad un supporto esterno quale l’(AI) che facilita ogni attività di ricerca, di esecuzione di compiti o di processi decisionali. 

Anche lo stimolo del “Gamification” con l’ausilio dell’intelligenza artificiale -spesso integrata nei giochi e nelle app in modo da rendere l’esperienza più coinvolgente, divertente e reale, tende a creare isolamento sociale. Questo approccio di gamification può essere irresistibile per i giovani, che finiscono per trascorrere più tempo con tali applicazioni isolandosi dai veri contatti umani e vivendo in una continua dimensione virtuale. Il preoccupante fenomeno dei c.d. “hikikomori (termine giapponese che significa “ stare in disparte” e che indica giovani ricompresi per lo più tra i quattordici ed i trent’anni che decidono di ritirarsi dalla vita sociale e che presentano ansia sociale e difficoltà di adattamento), ne è una manifestazione evidente e purtroppo in aumento.

L’uso diffuso dell'(AI) nelle app è diventato uno “status” sociale fra giovani coetanei,  creando una vera e propria pressione emotiva nell’aderire a certi trend e app popolari. L’essere esclusi da queste piattaforme può far sentire i giovani emarginati o meno accettati dai loro pari. Alcuni di loro possono percepire l’uso dell'(AI) come uno strumento di facilitazione della produttività, ad esempio per l’apprendimento, la ricerca o la pianificazione degli studi.

Tuttavia questa convinzione, può sfociare in una “dipendenza eccessiva”  se l’uso dell’(AI) diventa troppo pervasivo nella loro vita quotidiana. Gli stessi operatori sanitari (medico-psicologi) dovranno affrontare nuove sfide e ricerche al fine di educare, assistere e persuadere i giovani dall’eccessiva dipendenza digitale. L'(AI) può offrire una finta sensazione di connessione e di compagnia ma in realtà è una dimensione del tutto priva di “calore” e di vere emozioni, come invece nelle accade relazioni umane reali. I giovani che si sentono soli o isolati possono cercare conforto nell’interazione con assistenti virtuali o chatbot creando però un circolo vizioso  di solitudine e isolamento sociale.

Dal canto loro i genitori possono non essere consapevoli dell’uso pratico ed eccessivo dell'(IA) da parte dei loro figli o della natura potenzialmente dannosa di alcune applicazioni collegate alla (AI) come per esempio la realtà virtuale (VR).  La negligenza digitale può favorire una dipendenza eccessiva ed un comportamento compulsivo all’uso dell'(AI) anche perché i giovani che si ritrovano in un  periodo della loro vita ad affrontare sfide di vulnerabilità emotive o psicologiche, possono cercare  uno sfogo nell’uso dell'(AI) come mezzo di evasione o distrazione. Questo comportamento può diventare addirittura una scorciatoia per non affrontare problemi più profondi o per non affrontarli direttamente ricorrendo come dovrebbe essere opportuno fare,  all’assistenza da parte di professionisti del settore.

I rischi dell’intelligenza artificiale

Ma i rischi possono verificarsi anche in altri ambiti: come già detto, l’intelligenza artificiale ha rivoluzionato i sistemi di comunicazione e interazione sociale attraverso chatbot, assistenti virtuali e algoritmi di social media. Questi strumenti consentono di connettersi con gli altri in modo più efficiente e personalizzato, ma l’uso eccessivo di tali piattaforme potrebbe portare ad una diminuzione della comunicazione frontale e delle competenze sociali.

L’introduzione dell'(AI) ha portato a significative trasformazioni anche nel mondo del lavoro. 

Alcune mansioni ripetitive sono state automatizzate nell’industria della produttività, creando anche una riduzione dell’impiego dando vita ad altri problemi socio-economici nelle comunità e nelle famiglie, con una crescente  preoccupazione rispetto ad un aumento della disoccupazione strutturale ed alla necessità di una formazione costante per adattarsi a un mercato del lavoro in evoluzione.

L’uso diffuso di intelligenza artificiale ha sollevato preoccupazioni anche rispetto alla privacy ed sulla sicurezza dei dati. Non a caso l’(AI) utilizza grandi quantità di informazioni personali per adattarsi e migliorare le proprie prestazioni ma ciò può portare a violazioni ed a rischi rilevanti per la sicurezza delle informazioni.

È vero anche che la realtà virtuale e la c.d. realtà aumentata, hanno contribuito a rendere l’informazione e l’intrattenimento più accessibili a persone con disabilità o limitazioni fisiche perché queste tecnologie offrono opportunità di partecipazione e coinvolgimento per tutti, favorendo un ambiente più inclusivo. Per di più, in alcuni recenti studi e ricerche circa l’utilizzo dell’intelligenza artificiale si è evidenziato che nel campo emotivo l’(AI) sta diventando sempre più abile nel riconoscere ed interpretare le emozioni umane. 

Alcuni programmi di (AI) sono stati progettati per offrire supporto emotivo, comprensione e consigli. Tuttavia, l’affidarsi unicamente a queste interazioni automatiche e tecnologiche potrebbe portare ad una progressiva mancanza di empatia umana ed a una superficialità delle relazioni.

La realtà virtuale ed aumentata consente di vivere esperienze altamente coinvolgenti ed immersive, con una grande utilità per l’istruzione, la formazione e l’intrattenimento, ma potrebbe anche causare confusione tra la realtà virtuale e quella reale, portando a possibili conseguenze negative sulla salute mentale.

L’uso smodato di dispositivi con tecnologie basate su (AI), (VR) e (AR) può infatti portare ad una dipendenza emotiva e comportamentale e tale rischio coinvolge non solo i giovanissimi ma anche gli adulti. L’accesso costante ad esperienze coinvolgenti può ridurre la capacità di affrontare le emozioni giornaliere e le sfide del mondo reale così come potrebbe influenzare negativamente la percezione del corpo. Le esperienze virtuali e l’identificazione con avatar possono portare a dissonanze corporee e a disturbi alimentari. 

La c.d. “ bulimia” da uso di piattaforme di social media ed il ricorso a consigli o guide sui più vari contenuti della vita quotidiana, da parte dell’intelligenza artificiale,  può esporre i giovani a contenuti dannosi, quali ad es. cyberbullismo e standard irrealistici di bellezza e successo e comportare implicazioni preoccupanti sulla salute mentale tra cui ansia, depressione e problemi di immagine corporea.

Conclusioni

In conclusione, la dipendenza eccessiva dell’intelligenza artificiale tra i giovani è il risultato di una combinazione di fattori sociali, tecnologici e psicologici. È importante,  per educatori scolastici  e genitori,  nonché per la  società nel suo complesso,  essere consapevoli di questa nuova dimensione al fine di prendere misure appropriate, come per esempio l’introduzione nelle scuole di un programma di educazione civica moderna, sociale e digitale al fine di incoraggiare un uso equilibrato, sano, monitorato e responsabile dell'(AI) tra i giovani.


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