Hikikomori. Ritiro sociale e conseguenze criminologiche

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Hikikomori. Ritiro sociale e conseguenze criminologiche

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Psicologia

Hikikomori. Ritiro sociale e conseguenze criminologiche

Stella Masci

Laureata in Psicologia Giuridica Forense e Criminologica presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, sta svolgendo un tirocinio post-laurea presso l’Istituto Medico-Legale dell’Areonautica militare di Roma.

Il termine #hikikomori deriva dal giapponese e significa “stare in disparte, isolarsi” e descrive un fenomeno nel quale gli individui, prevalentemente giovani, si ritirano dalla vita sociale e si isolano nelle proprie abitazioni per periodi estremamente lunghi, parliamo di mesi e spesso anni. Tale fenomeno è stato osservato per la prima volta in Giappone intorno agli anni ’90, ma ha trovato numerosi riscontri anche in altri paesi.  Nel 2016, un rapporto del Gabinetto giapponese (Kato T. A. Kanba S.,  Teo A. R., 2016) ha stimato che circa 541.000 persone di età compresa tra i 15 e i 39 anni fossero hikikomori.

Il fenomeno sta emergendo anche in paesi occidentali, sebbene con alcune differenze culturali e sociali: in Italia, ad esempio, secondo uno studio condotto dall’Associazione Hikikomori Italia, si stima vi siano circa 100.000 casi di hikikomori tra giovani e adulti che vivono in isolamento sociale estremo, la maggior parte appartenente alla fascia di età tra i 14 e i 30 anni (Hikikomori Italia, 2021). Tuttavia, sono stati segnalati casi anche tra adulti di età superiore (Ricci & Berardi, 2021).

Ci sono diversi fattori che contribuiscono al verificarsi di questo fenomeno, come ad esempio le pressioni sociali e scolastiche, le aspettative familiari, la cultura e lo stigma in quanto spesso ammettere di avere problemi di salute mentale è ancora oggi uno pregiudizio che rende difficile per gli individui cercare aiuto.

Questi sono solo alcuni dei fattori che contribuiscono alla creazione di un ambiente dal quale i giovani preferiscono ritirarsi ma, com’è noto, la prolungata assenza di interazioni sociali può avere rilevanti effetti sulla salute mentale e fisica.

 Il fenomeno degli hikikomori ha suscitato preoccupazioni non solo per il benessere degli individui coinvolti, ma anche per le potenziali implicazioni sociali e criminologiche. L’isolamento potrebbe dare la parvenza di un comportamento che riduce il rischio di coinvolgimento in attività criminali, ma ci sono degli aspetti molto complessi da considerare, specialmente nel contesto della criminalità digitale e della vulnerabilità psicologica. L’emarginazione ed il continuo utilizzo di internet possono esporre a rischi non indifferenti, come ad esempio:

  • Cyberbullismo e molestie online: gli hikikomori sono molto immersi nel mondo digitale e questo li rende vulnerabili al cyberbullismo. Le vittime di questo fenomeno possono sviluppare gravi problemi psicologici, aumentando il rischio di comportamenti auto-lesivi o di ritiro sociale ancora più marcato (Tokunaga, 2010)
  • Dipendenza da internet e gioco d’azzardo online: la dipendenza da internet è un problema diffuso tra gli hikikomori. Questo può portarli a frequentare siti di gioco d’azzardo online o altre attività illecite che offrono una momentanea assuefazione e fuga dalla realtà, aggravando la loro condizione economica e psicologica (Young, 1998)
  • Comportamenti criminali violenti: la maggior parte degli hikikomori non mostra tendenze violente ma ci sono stati alcuni casi di atti di violenza legati a individui con una storia di isolamento sociale (Kato et al., 2016), come il caso di Satoshi Uematsu. Quest’ultimo è un caso reale nel quale il fenomeno dell’hikikomori ha condotto a episodi di criminalità. Satoshi Uematsu è un ex dipendente di una struttura di cura per disabili in Giappone. Questo caso è particolarmente noto per la sua gravità e per le riflessioni che ha sollevato riguardo alla relazione tra isolamento sociale e atti di violenza estremi. Dopo aver lasciato il suo lavoro, presso la struttura Tsukui Yamayuri-en a Sagamihara che ospitava persone con disabilità fisiche e mentali, nel febbraio 2016, Satoshi ha iniziato a mostrare segni di un crescente isolamento sociale. Durante questo periodo, trascorreva gran parte del suo tempo da solo, sviluppando una visione estremamente negativa delle persone con disabilità. Questo periodo di isolamento può essere visto come un caso estremo di hikikomori, in cui l’isolamento sociale ha contribuito a una distorsione del pensiero e a una radicalizzazione delle opinioni. Satoshi ha inviato una lettera al Parlamento giapponese, esprimendo la sua intenzione di “eliminare” 470 persone con disabilità per “dare beneficio alla società”. Nella lettera dichiarò apertamente la sua convinzione che le persone con disabilità fossero un peso per la società. Nelle prime ore del 26 luglio 2016, Satoshi entra nella struttura Tsukui Yamayuri-en armato di diversi coltelli,  uccide 19 persone e ne ferisce altre 26. Dopo aver compiuto il massacro, Satoshi si consegna alla polizia, dichiarando di voler “liberare” le persone con disabilità dalle loro sofferenze.

Il massacro di Sagamihara ha sollevato molte domande sulle implicazioni dell’isolamento sociale e del fenomeno degli hikikomori. Gli esperti hanno sottolineato come l’isolamento prolungato possa portare a una disconnessione dalla realtà e a un’influenza negativa sulle percezioni e sui comportamenti degli individui. La radicalizzazione di Satoshi e il suo isolamento sociale sono stati identificati come fattori chiave che hanno contribuito alla sua discesa nella violenza. La società giapponese fu scossa da questo evento, portando un dibattito nazionale sulla necessità di migliorare il supporto psicologico e sociale per le persone che vivono in isolamento. Fu riconosciuta l’importanza degli interventi preventivi per identificare e aiutare gli individui che mostrano segni di radicalizzazione e isolamento.

Il caso di Satoshi Uematsu dimostra come il fenomeno degli hikikomori possa, in circostanze estreme, portare a gravi episodi di criminalità. L’isolamento sociale non solo influisce negativamente sulla salute mentale degli individui, ma può anche facilitare la radicalizzazione di idee pericolose e la pianificazione di atti criminali.

Per mitigare i rischi associati all’hikikomori e alla potenziale correlazione con la criminalità, sono necessarie strategie di intervento mirate:

  • Supporto psicologico: offrire supporto psicologico accessibile e non stigmatizzante può aiutare gli hikikomori a reintegrarsi nella società.
  • Educazione digitale: programmi di educazione digitale possono insegnare ai giovani come riconoscere ed evitare situazioni di rischio online.
  • Coinvolgimento familiare: il coinvolgimento attivo delle famiglie è cruciale per identificare precocemente i segni di isolamento e intervenire tempestivamente.

L’hikikomori è un fenomeno complesso che riflette le tensioni sociali e psicologiche della società moderna. L’isolamento sociale di questi individui non è direttamente collegato ad un aumento significativo della criminalità ma la loro vulnerabilità e la loro presenza online richiedono attenzione e interventi specifici. È essenziale che la società sviluppi strategie di supporto e reintegrazione per aiutare questi giovani a ritornare alla vita attiva, riducendo così i rischi associati al loro isolamento.

Bibliografia

BBC (2016), Attacco con coltello in Giappone: 19 morti nel centro di cura di Sagamihara.

Cabinet Office (2020). “Survey on hikikomori”, Government of Japan.

Gackenbach, J. (2011), Psychology and the Internet: Intrapersonal, Interpersonal, and Transpersonal Implications, Londra, Oxford, Boston, New York e San Diego, Academic Press.

Hikikomori Italia, (2021), Stime e dati sul fenomeno Hikikomori in Italia.

Kato, T. A., Kanba, S., Teo, A. R. (2016). “Hikikomori: Multidimensional understanding, assessment, and future international perspectives”, Psychiatry and Clinical Neurosciences, 70(4), 182-19.

Kato, T. A., Kanba, S., Teo, A. R. (2018). “Hikikomori: experience in Japan and international relevance”, World Psychiatry, 17(1), 105-106.

Kyodo Notizie (2017), Il sospettato di Sagamihara ‘si è sentito a suo agio’ dopo l’omicidio di massa

Ricci, A., & Berardi, D. (2021), “Hikikomori: il fenomeno dell’isolamento sociale estremo tra i giovani italiani”, Rivista di Psichiatria, 56(2), 73-81.

Teo, A. R. (2010). “A new form of social withdrawal in Japan: a review of hikikomori”, International Journal of Social Psychiatry, 56(2), 178-185.

Tokunaga, R. S. (2010), “Following you home from school: A critical review and synthesis of research on cyberbullying victimization”, Computers in Human Behavior, 26(3), 277-287.

Young, K. S. (1998), “Internet addiction: The emergence of a new clinical disorder”, CyberPsychology & Behavior, 1(3), 237-244.

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