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Minori vittime di abusi, quando i reati si consumano nella scuola

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Psicologia Giuridica

Minori vittime di abusi, quando i reati si consumano nella scuola

Minorenni vittime di abusi è questo il tema e il titolo di un importante report del Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal quale emerge che, nell’ultimo semestre, i reati contro i minori che hanno subito un incremento sono:

  • l’abuso di mezzi dei correzione
  • la violenza sessuale
  • la violenza sessuale aggravata nelle scuole

Tra tutti i reati presi in esame,

  • abbandono di persone minori o incapaci (art. 591 c.p.) 
  • abuso dei mezzi di correzione o di disciplina (art. 571 c.p.)
  • adescamento di minorenni (art. 609 undecies c.p.2) 
  • atti sessuali con minorenne (art. 609 quater c.p.)
  • maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.)
  • pornografia minorile (art. 600 ter c.p.), sottrazione di persone incapaci (art. 574 c.p.) 
  • violazione degli obblighi di assistenza familiare (art. 570 c.p.)
  • violenza sessuale (artt. 609 bis, 609 ter, 609 ter n. 5-bis, 609 octies c.p.)

le vittime sono prevalentemente 

  • bambine e giovanissime, se si escludono l’abbandono di persone minori o incapaci, l’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, la sottrazione di persone incapaci e la violazione degli obblighi di assistenza familiare.
  • minori di 14 anni.

Maschio, italiano, di mezza età: l’identikit dell’autore di reati contro i minori

Gli autori di reato sono per lo più uomini (in 9 casi su 10), di età compresa tra i 35 e 64 anni (nel 62% dei casi), e di nazionalità italiana (nel 71% dei casi). 

Maschio, italiano, di mezza età, è quindi l’identikit dell’autore di reati contro i minori, uomini che, come esplicitamente sottolineato nel report, sono “verosimilmente più intrisi di una “sottocultura patriarcale”, che affonda le proprie radici nell’ignoranza, nella negazione della ragione, e che traduce la paura del confronto nella violenza, fisica e psicologica” (Minorenni vittime di abusi, p. 13).

Reati contro i minori nel Web

Come è ormai noto, anche nella Rete sono in aumento i reati, compresi quelli contro i minori o commessi da minori. Luoghi virtuali di socializzazione, i social network sono anche spazi dove aggressività, sfida, provocazione e prevaricazione trovano nuovi canali di espressione. 

“Le dinamiche di violenza, tra e in danno di giovani, assumono oggi fenomenologie sorprendenti quando si realizzano in rete. Quello a cui si assiste attualmente è il sorgere di nuovi fenomeni nei quali i minori sono vittime e carnefici allo stesso tempo, in una società in cui i bambini approcciano le nuove tecnologie prestissimo” (Ibidem, p. 22). 

Ma quali sono i reati e le condotte devianti online?

  • revenge porn – diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite (art. 612 ter c.p.)
  • adescamento online (grooming)
  • cyberbullismo
  • sextortion
  • sexting – scambio di messaggi testuali o di immagini private con contenuto sessuale
  • social challenge, che inducono a comportamenti autolesivi
  • gruppi “pro-ana” e “pro-mia”, che alimentano patologie legate ai disturbi alimentari

L’inesperienza o la curiosità riguardo la sessualità, per esempio, rendono gli adolescenti, e in alcuni casi anche i bambini, più esposti ai pericoli della rete. Richieste di denaro, ricatti, minacce, ma anche umiliazioni possono violare la loro innocenza, determinando spesso gravi conseguenze relazionali, isolamento sociale e crisi d’identità. 

“La paura e la vergogna di essere derisi, sminuiti, violati nella propria privacy ed intimità, additati e riconosciuti attraverso immagini rese pubbliche, possono avere, quali ulteriori effetti, quelli dell’autoisolamento e del silenzio, forme di condizionamento tanto forti da indurli a non confidare ad alcuno, che sia esso un amico, un insegnante o addirittura un genitore, la drammatica esperienza vissuta” (Ibidem, p. 15).

Considerazione psicologiche e reti di protezione per le vittime

Di particolare rilievo in questo report sono le considerazioni di natura sociologica e psicologica che si alternano, lungo tutto il testo, all’esposizione dei dati. Considerazioni che segnalano che i tempi sono maturi per un salto di civiltà che finalmente conduca alla tutela dei diritti dei più fragili quali sono i bambini e gli adolescenti.

“I reati contro i minori costituiscono un crimine contro l’intera società. Pertanto, denunciarli non è soltanto un atto formale, ma un obbligo morale per l’intera collettività” (Ibidem, p. 23).

È ancora, il fenomeno dei minori violati non solo non è marginale nel numero degli eventi, ma, come scrivono gli autori del testo, è “gravissimo per le conseguenze dello sviluppo psico-fisico delle vittime, che un giorno saranno adulti fragili e insicuri, alcuni dei quali a rischio di diventare a propria volta carnefici, reiterando le violenze che hanno subito” (Ibidem, p. 22).

È confortante verificare come faccia breccia finalmente nelle istituzioni un atteggiamento capace di tener conto dei risvolti psicologici dei fenomeni osservati. Solo così, a nostro giudizio, possono essere predisposte reti adeguate di protezione e tutela delle vittime, dando vita ad un cambiamento epocale nel modo di rapportarsi al mondo e ai diritti dei minori. 

“Se, infatti, gli indicatori di abuso (fisici, psicologici e/o sessuali) non vengono colti dal mondo degli adulti e non si crea intorno al minore un sistema alternativo, che offra dei modelli affettivi diversi da quelli violenti, è molto probabile che la persona offesa non sarà in grado di elaborare correttamente il suo vissuto. La mancata consapevolezza ed accettazione del trauma non consentirà di superare i modelli relazionali interiorizzati, tanto da determinare una coazione a ripetere. Il minore, quindi, potrebbe tendere a subire simili violenze anche nelle relazioni future, ovvero a metterle in atto, interpretando il ruolo del carnefice” (Ibidem, p.11).

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