L’intelligenza artificiale: storia, sviluppo e applicazioni

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L’intelligenza artificiale: storia, sviluppo e applicazioni

Stefania Tucci, psicologa , psicoterapeuta, divulgatrice scientifica, co-founder, membro del CTS e responsabile della divulgazione di Psicologia in Tribunale.

L’intelligenza artificiale (IA) non è più un concetto relegato alla fantascienza. Oggi è parte integrante della nostra vita quotidiana, dalle raccomandazioni personalizzate sui social alle chatbot che ci assistono online, fino a sistemi complessi che supportano diagnosi mediche o decisioni legali. Ma come siamo arrivati fin qui? Ripercorrere la storia dell’IA ci aiuta a comprendere meglio le sue potenzialità, i suoi limiti e le sue implicazioni etiche e sociali.

Dai sogni pionieristici agli algoritmi moderni

L’idea di costruire una macchina capace di pensare ha radici antiche, ma è nel XX secolo che la teoria si è avvicinata alla pratica. Negli anni ’50, Alan Turing introdusse il famoso “test di Turing”, una prova per valutare la capacità di una macchina di simulare il comportamento umano. Da allora, l’intelligenza artificiale si è sviluppata attraversando fasi di entusiasmo e crisi. I primi approcci simbolici cercavano di imitare il ragionamento umano attraverso regole logiche. Successivamente, l’avvento del machine learning ha portato alla creazione di sistemi che non si limitano a eseguire regole prestabilite, ma apprendono dai dati.

È proprio grazie al deep learning, un sottoinsieme del machine learning ispirato alla struttura del cervello umano, che sono nati strumenti come ChatGPT, un modello linguistico sviluppato da OpenAI. ChatGPT è stato progettato per comprendere e generare testo naturale, e può essere utilizzato per scrivere, spiegare concetti, tradurre, sintetizzare e persino programmare.

Come funziona ChatGPT

ChatGPT si basa su un’architettura chiamata “transformer” e su un’enorme quantità di dati linguistici. Non comprende davvero ciò che scrive, ma genera risposte plausibili sulla base dei modelli statistici appresi durante l’addestramento. Non ha accesso a internet in tempo reale (a meno che non venga esplicitamente integrato con un plugin), non sa chi sta parlando con lui, e non ha emozioni. Tuttavia, può produrre testi straordinariamente coerenti, imitare diversi stili comunicativi e adattarsi a contesti molto differenti.

Applicazioni dell’IA oggi

L’IA è già ovunque. È usata nei motori di ricerca, nelle piattaforme di streaming, nelle applicazioni di navigazione, nei software di riconoscimento vocale, nella diagnostica medica e perfino nei procedimenti giudiziari, dove può supportare la valutazione di documenti o aiutare a identificare pattern complessi. ChatGPT, in particolare, è uno strumento versatile che può aiutare insegnanti a progettare lezioni, studenti a comprendere testi complessi, professionisti a scrivere documenti tecnici, e molto altro.

Un’intelligenza “collaborativa”

È importante ricordare che ChatGPT non sostituisce la creatività, il pensiero critico o la competenza umana. Può suggerire idee, chiarire dubbi, fornire esempi, ma non può decidere al posto nostro. Più che un’intelligenza artificiale “autonoma”, è una forma di intelligenza collaborativa: lavora meglio quando è guidata da domande precise, contesti chiari e un uso consapevole da parte dell’utente.

Limiti, rischi ed etica dell’IA

L’uso crescente dell’IA solleva anche questioni etiche cruciali: chi è responsabile delle decisioni prese da una macchina? Come garantire che i dati usati per l’addestramento siano imparziali e rispettosi della privacy? E ancora, come evitare che l’IA venga usata per manipolare l’opinione pubblica o generare contenuti ingannevoli?

La trasparenza, la regolamentazione e l’educazione all’uso dell’IA sono aspetti fondamentali per il futuro. Serve una cittadinanza digitale consapevole, capace di utilizzare questi strumenti senza delegare completamente il pensiero critico.

Verso il futuro

L’intelligenza artificiale non è una magia né un oracolo: è una tecnologia potente che possiamo usare per ampliare le nostre capacità, semplificare compiti complessi e risolvere problemi inediti. Come ogni tecnologia, dipenderà da noi – dalle nostre scelte, dai nostri valori e dalla nostra capacità di governarla – il modo in cui l’IA modellerà il mondo di domani.


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