Dialogando sul Diritto di Famiglia – False denunce, complessità del fenomeno e rischio per i minori – 24 marzo
Gratuito
Il quarto incontro del ciclo Dialogando sul Diritto di Famiglia. Psicologi e Giuristi a confronto si occuperà del fenomeno delle false denunce ad opera di un coniuge a danno dell’altro il quale ultimo si vede accusato di abusi e maltrattamenti nei confronti dei figli che, alla prova dei fatti, risulteranno infondati.
Le false denunce prevedono una sostanziale delegittimazione del ruolo genitoriale del/la sospettato/a. Ma rappresentano anche una forma di “violenza”, nei confronti dell’ex coniuge e dei figli, nella misura in cui bloccano gli effetti automatici dell’affido condiviso, in questa lotta di potere che contrappone il maschile e il femminile in una società nella quale si stanno lentamente modificando i modelli e i ruoli tradizionali di genere.
Prossimo appuntamento: 28 aprile
Esaurito
Dialogando sul Diritto di Famiglia.
Psicologi e Giuristi a confronto
Quarto appuntamento –
False denunce, complessità del fenomeno e rischio per i minori
24 marzo 2022 – 18.30-19.45
Fin dal suo esordio, Psicologia in Tribunale si è posta l’obiettivo di mettere a confronto e far dialogare due discipline tra loro molto distanti: psicologia e diritto. Numerose le iniziative realizzate fin qui, seguendo questo faro.
Questo ciclo di appuntamenti mensili, in partnership con La mia Famiglia è complicata, vuole continuare questo filone, proponendosi come spazio di dibattito e di riflessione su temi e questioni calde in merito al Diritto di Famiglia.
Specchio del cambiamento di una società agitata da profonde trasformazioni, la famiglia moderna porta sempre più spesso i propri conflitti in tribunale. Con la crescita dei contenziosi, è aumentato in maniera esponenziale anche il coinvolgimento delle persone minorenni all’interno dei procedimenti di separazione e divorzio. E, parallelamente, quello degli psicologi, chiamati ad affiancare i giudici in questi dibattimenti, e a muoversi in un perimetro sempre più complesso di natura giuridica e procedurale.
Lo scopo della rubrica Dialogando sul Diritto di Famiglia sarà proprio quello di stimolare una riflessione collettiva e un confronto di esperienze tra operatori ed esperti del settore, al fine di individuare e chiarire criticità e buone prassi sul terreno dello svolgimento degli incarichi di CTU.
La rubrica si propone, infatti, come spazio aperto a tutti coloro che vorranno interrogarsi su temi di attualità giuridica, mettendo a confronto le posizioni di professionisti degli ambiti psicologico e giuridico non, come accade nell’agone processuale, per contrapporsi, bensì per dialogare.
Ospite fisso della rubrica sarà l’avvocato Giorgio Vaccaro, cassazionista, docente nel Master di II livello in Psichiatria Forense e clinica delle dipendenze in età evolutiva presso l’Università La Sapienza di Roma, esperto di Diritto di Famiglia per il quotidiano Il Sole 24 Ore.
Con Vaccaro interverranno Marcello Montalbano, avvocato penalista presso il Foro di Palermo e Marilena Mazzolini, Psicologa giuridica e CTU.
A chi è rivolto
A chiunque operi in ambito della giustizia minorile e del diritto di famiglia. Magistrati, avvocati, psicologi, psicologi giuridici, operatori e assistenti sociali, educatori.
Modalità di svolgimento
Gli appuntamenti del ciclo di incontri Dialogando sul Diritto di Famiglia si svolgeranno in modalità FAD sincrona con sessione live. Troverai il link di accesso a Zoom nella tua area riservata del portale, una volta formalizzata l’iscrizione. Ti invitiamo a registrarti contestualmente alla riunione Zoom in modo da ricevere il promemoria dell’evento.
Attestato di partecipazione
Al termine del percorso formativo, ai soli partecipanti verrà inviato l’attestato via mail.
Numero massimo di iscritti
50 iscritti.
Coordinamento scientifico
Comitato Tecnico Scientifico di Psicologia in Tribunale.
Tema dell'incontro
Il quarto incontro del ciclo Dialogando sul Diritto di Famiglia. Psicologi e Giuristi a confronto si occuperà del fenomeno delle false denunce ad opera di un coniuge a danno dell’altro il quale ultimo si vede accusato di abusi e maltrattamenti nei confronti dei figli che, alla prova dei fatti, risulteranno infondati.
Questo malcostume, per la verità sempre esistito, è cresciuto esponenzialmente con l’avvento della nuova disciplina in tema di affidamento condiviso dei figli, come era naturale che accadesse, posto che a ogni modifica di uno stato di fatto può spesso corrispondere una reazione a difesa dello status sociale e familiare precedente.
È accaduto, infatti, che la normativa vigente con la lettera della norma (articolo 337 ter del Cc), nel proseguire la parificazione del ruolo svolto dai genitori nella loro necessaria compresenza per lo sviluppo del figlio, abbia di fatto colpito l’idea tradizionalmente accettata di maternità e paternità. Da una parte, le madri hanno perso il loro potere esclusivo nell’accudimento dei figli; parallelamente, al contrario, ai padri è stato chiesto, a livello culturale e sociale, un maggiore coinvolgimento nella cura ed educazione dei figli.
Le false denunce prevedono una sostanziale delegittimazione del ruolo genitoriale del/la sospettato/a. Ma rappresentano anche una forma di “violenza”, nei confronti dell’ex coniuge e dei figli, nella misura in cui bloccano gli effetti automatici dell’affido condiviso, in questa lotta di potere che contrappone il maschile e il femminile in una società nella quale si stanno lentamente modificando i modelli e i ruoli tradizionali di genere.
Questi comportamenti altamente conflittuali tra gli ex coniugi generano un danno psicologico spesso sottovalutato nei minori. È per questo che l’incontro che abbiamo organizzato vuole lanciare un allarme e riflettere su tutti i risvolti di questo fenomeno, posto che con l’esplicarsi di un tale agito da parte del denunciante il “vero” danno non è solo quello del ridimensionamento del ruolo del genitore escluso, ma quello subito dalla prole che, non potendo contare sui diversi apporti delle due figure di riferimento, si troverà ad affrontare i successivi stadi di sviluppo con dei deficit incolmabili.
È infatti importante ricordare che per “condivisa” gestione dei figli si intende quella che si esplica riconoscendo nell’altro un genitore adeguato e degno di esercitare in forma paritetica il proprio insostituibile ruolo.
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