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Vittimizzazione secondaria, i risultati dell’inchiesta parlamentare

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Psicologia Giuridica

Vittimizzazione secondaria, i risultati dell’inchiesta parlamentare

L’attenzione alla vittima è un’acquisizione recente nel processo penale. Come è ormai noto, le vittime di un reato di fronte all’autorità e alle istituzioni hanno bisogno di sentirsi al sicuro, di esprimere le proprie emozioni e di sapere cosa accadrà. Avviene, più frequentemente di quanto si sia portati a credere, invece, che l’iter stesso di accertamento del reato e le procedure previste per Legge per perseguire e punire i responsabili possano ingenerare condizioni di vittimizzazione secondaria, che infliggono nuove sofferenze alla vittima. 

L’ulteriore vittimizzazione della vittima di violenza da parte delle istituzioni o degli operatori che dovrebbero essere chiamati a proteggerla, infatti, è un fenomeno sottovalutato in molte circostanze e in particolar modo nei casi in cui le donne sono vittima di reati di genere. La conseguenza principale della vittimizzazione finisce per essere quella di scoraggiare la presentazione della denuncia di reato da parte della vittima.

Di recente, la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, istituita con deliberazione del Senato della Repubblica del 16 ottobre 2018, si è occupata proprio di questo fenomeno e ha presentato la Relazione sulla vittimizzazione secondaria delle donne che subiscono violenza e dei loro figli nei procedimenti che disciplinano l’affidamento e la responsabilità genitoriale

La relazione, approvata dalla Commissione nella seduta del 20 aprile 2022 e comunicata alla Presidenza l’11 maggio scorso, è stata presentata dalla Senatrice Valeria Valente, oltre che da un intervento della Ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Di particolare rilievo e puntuale, la Relazione sottolinea con chiarezza la necessità di accertare le dimensioni e l’ampiezza del fenomeno della vittimizzazione secondaria, ribadendo che solo una risposta coerente di tutte le istituzioni può arginare la diffusione del problema endemico della violenza domestica e di genere. 

“Non si può – si rimarca –  reprimere la violenza domestica nella normativa sanzionatoria penale e nei procedimenti penali ed ignorarne gli effetti nei procedimenti che abbiano ad oggetto la disciplina dell’affidamento dei figli o della responsabilità genitoriale”.

Senza mezzi termini, poi, si evidenzia come la “severa repressione penale di tutte le forme di violenza domestica e l’introduzione in forza delle norme richiamate di nuove fattispecie incriminatrici, di inasprimenti delle sanzioni già esistenti, rappresenta una valida risposta delle istituzioni per il contrasto del fenomeno, ma non ha dimostrato di avere l’efficacia deterrente auspicata”.

In questo fondamentale documento si analizza in maniera puntuale la normativa nazionale e internazionale riguardante la vittimizzazione secondaria e i suoi indicatori; si espongono i risultati di un’indagine campionaria compiuta presso vari tribunali civili ordinari e per i minorenni; si esaminano nel dettaglio le criticità emerse dall’esame dei casi specifici. 

La Commissione, composta da eminenti studiosi di varie discipline, formula inoltre specifiche raccomandazioni per chi opera nelle istituzioni o comunque a contatto con vittime vulnerabili.

L’INTERVENTO INTEGRALE DELLA MINISTRA CARTABIA

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