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Salute mentale, l’importanza di una cultura inclusiva e non stigmatizzante

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Psicologia

Salute mentale, l’importanza di una cultura inclusiva e non stigmatizzante

di Daniela Ajovalasit
Psicologo Clinico, Psicoterapeuta, Specialista in Psicologa Giuridica e Forense, psicodiagnosi e Neuropsicologia


Il 10  ottobre si celebra la Giornata internazionale della salute mentale e il 13 e il 14 proprio in Italia è in programma il Global Mental Health Summit che, come è possibile leggere dal programma, ha l’obiettivo “in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, di sviluppare l’ambizioso piano di azione tracciato a Londra nel 2018, incrementando la consapevolezza e l’impegno in tema di salute mentale sia a livello politico che nella società civile. La salute mentale è una componente essenziale della capacità di resilienza delle comunità, ed è quindi fondamentale attuare politiche nazionali che promuovano sistemi di salute mentale inclusivi, efficaci e a tutela dei diritti

Questo evento internazionale rappresenta una importante iniziativa sanitaria e politica non solo di promozione di una presa in carico sempre maggiore delle persone affette da malattia mentale, ma spinge verso un’ottica comunitaria: la malattia mentale non è un fatto che riguarda una categoria di persona, ma bensì una questione che riguarda la comunità e la popolazione tutta soprattutto per il carico assistenziale che deriva dalla cura e dalla presa in carico della persona. L’idea che la salute sia legata al contesto di vita è proposto dall’OMS ormai da decenni. La salute rappresenta un concetto ampio che non può e non deve riguardare solo elementi di natura sanitaria. D’altronde anche le esigenze sociali connesse al miglioramento delle condizioni di vita delle persone, lo stesso allungamento della vita e le cure sempre più puntuali spingono a progettare interventi nuovi politicamente e socialmente su programmazioni a lungo termine.

Il programma in particolare si centra sulla trattazione di temi inerenti importanti categorie come i Bambini e adolescenti e sulle emergenze maggiori che si centrano non soltanto sulla cura ma anche sulla riabilitazione e integrazione nella società e nel mondo del lavoro.

“I temi principali del Summit, concepiti all’interno di una cornice che mette in risalto l’importanza dei diritti umani e della dignità delle persone affette da disturbi mentali, sono la centralità dell’approccio comunitario alla salute mentale e il coinvolgimento dei diretti interessati e delle loro famiglie nel processo di cura e recupero psicosociale”

Il summit peraltro cade nella stessa settimana in cui si festeggia la Giornata della Psicologia, evento che da anni promuove l’idea di salute e benessere mentale diffondendo una cultura nuova, informata, inclusiva e non stigmatizzante la salute mentale nelle sue diverse forme e espressioni. Queste iniziative appaiono ancora più pregnanti e rilevanti soprattutto alla luce della grave crisi sociale nel quale dopo la Pandemia il mondo versa e nella quale ci troviamo attualmente a seguito della instabile situazione politica dell’Europa per la guerra tra Russia e Ucraina. Questi eventi rappresentano gravi momenti politici e sociali e colpiscono soprattutto quelle categorie di persone fragili tra cui le persone affette da malattia mentale, gli anziani, i giovani. È necessario promuovere fortemente una cultura del benessere e della cura, dell’integrazione e del recupero lavorativo, personale e sociale di queste persone. La strada è lunga ma il percorso è già in atto!

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