Ultimi Commenti
Sono molto interessata ai temi di questo convegno - vista l'attualità degli argomenti che saranno trattati
Interessata alla partecipazione di qs evento sui minori sospesi tra reale e virtuale. Grazie .
spero di poter seguire tutto il giorno.
Molto interessante, lo seguirò con piacere.
Prevenire i suicidi in carcere: tra dolore psicologico e responsabilità istituzionale
08/09/2025 2025-09-08 11:18Prevenire i suicidi in carcere: tra dolore psicologico e responsabilità istituzionale
Prevenire i suicidi in carcere: tra dolore psicologico e responsabilità istituzionale
Il suicidio: quando il dolore diventa insostenibile
Il suicidio non è mai riducibile a un singolo gesto o a una causa isolata. In psicologia viene inteso come l’esito di un dolore psichico percepito come intollerabile, che si accompagna alla perdita di speranza e alla convinzione che non esistano alternative possibili.
Come sottolineano gli studiosi, il suicidio nasce dall’intreccio di più fattori: vulnerabilità personali e familiari, eventi di vita critici, contesti ambientali sfavorevoli. C’è però quasi sempre un elemento scatenante, una frattura emotiva che fa percepire la morte come unica via d’uscita.
In carcere, questo meccanismo assume tratti peculiari: l’ingresso forzato in un ambiente ostile, la perdita di libertà, la separazione dai propri legami, l’isolamento sociale e l’impatto con regole rigide possono moltiplicare il peso del dolore interiore.
Un’emergenza che cresce
Secondo il Dossier dell’Associazione Antigone (Antonelli, 2025), il 2024 è stato l’anno con più suicidi in carcere di sempre, con 246 decessi registrati.
Alcuni dati sono particolarmente significativi:
I detenuti stranieri presentano un tasso di suicidio di 21,2 casi ogni 10.000, quasi il doppio rispetto agli italiani (11,9).
Il tasso complessivo dei suicidi in carcere (10,6 per 10.000, anno 2021) è 18 volte superiore a quello della popolazione generale (0,59).
Mentre in libertà l’Italia ha uno dei tassi di suicidio più bassi in Europa, nelle carceri si colloca ben al di sopra della media UE.
Questi numeri raccontano di un luogo che, invece di contenere la sofferenza, rischia di amplificarla.
I momenti più critici
Gli studi evidenziano come il rischio suicidario si concentri in fasi precise della vita detentiva:
Primi giorni di detenzione: oltre un quarto dei suicidi avviene nei primi 90 giorni, molti dei quali nella prima settimana. Si parla di “effetto ingresso”, legato allo shock della carcerazione e alla percezione improvvisa di impotenza.
Fine pena: la prospettiva della scarcerazione può generare ansia, paura del reinserimento e vissuti di perdita di punti di riferimento.
Isolamento o regimi restrittivi: la riduzione drastica dei contatti umani ha effetti devastanti sulla salute psichica.
Sono momenti in cui il dolore psichico cresce a dismisura, e senza strumenti di accoglienza o sostegno può trasformarsi in disperazione.
Chi sono i più vulnerabili?
I detenuti non costituiscono un gruppo omogeneo. La letteratura identifica due profili suicidari ricorrenti:
Nuovi giunti e detenuti in attesa di giudizio: giovani, alla prima esperienza detentiva, spesso coinvolti in reati minori legati a sostanze, che si tolgono la vita nelle prime ore o nei giorni precedenti a un’udienza.
Detenuti condannati: più adulti, spesso autori di reati violenti, che maturano il gesto dopo anni di pena, in seguito a conflitti interni o delusioni legali e familiari.
A questi si aggiungono gruppi particolarmente vulnerabili: persone con disturbi mentali, tossicodipendenti in crisi di astinenza, soggetti socialmente isolati.
Dal dolore individuale alla responsabilità collettiva
Il suicidio in carcere non è mai solo un fatto individuale. È un evento che interroga l’istituzione penitenziaria, chiamata a garantire tutela e sicurezza.
Non riconoscere i segnali, non predisporre interventi adeguati o lasciare che l’isolamento degeneri significa esporsi anche a conseguenze giuridiche: in alcuni casi si può configurare responsabilità penale per omissione colposa.
Le ricadute, inoltre, si estendono all’intera comunità carceraria:
generano proteste e rabbia tra i detenuti,
minano la fiducia nel personale,
producono forte stress psicologico negli operatori.
Prevenire è possibile
Le esperienze internazionali dimostrano che investire nella prevenzione può ridurre significativamente i suicidi in carcere. Alcune misure efficaci sono:
programmi di accoglienza e supporto ai nuovi giunti,
formazione del personale per riconoscere segnali precoci di rischio,
accesso a servizi di salute mentale adeguati,
graduale preparazione al reinserimento sociale in fase di scarcerazione,
abolizione o forte riduzione dei regimi di isolamento.
Conclusione
Il suicidio in carcere è l’esito estremo di un dolore psicologico non ascoltato e non trattato. Non basta considerarlo un “problema individuale”: è il riflesso di una fragilità istituzionale e sociale.
Guardare al fenomeno da una prospettiva psicologica significa riconoscere che ogni gesto suicidario nasce dall’intreccio di sofferenza personale e condizi
Corso on demand – L’esperto del Tribunale di Sorveglianza (4 ore)
Un percorso completo per psicologi giuridici e professionisti del settore, dedicato a uno dei ruoli più complessi e di confine: l’Esperto del Tribunale.
Attraverso un taglio pratico e operativo, il corso approfondisce:
la cornice legislativa della messa alla prova e i compiti delle diverse figure coinvolte;
l’organizzazione concreta dell’udienza e le dinamiche del lavoro in aula;
le nuove prospettive di evoluzione del ruolo dell’Esperto.
👉 Uno strumento utile per chi desidera orientarsi con sicurezza in un contesto che intreccia diritto, psicologia clinica e sociale e può essere determinante attraverso il suo ruolo nel prevenire e risolvere questioni detentive delicate.
Corso Intensivo On Demand
L’esperto del Tribunale di Sorveglianza
Durata del Corso: 4 ore
Dal nostro Blog
Esplorazione clinica della folie à deux
La violenza non è solo fisica ma anche e soprattutto psicologica
Figlicidio paterno: cause, fattori psicopatologici e dinamiche familiari
Il Coming Out Day: celebrazione del coraggio e dell’autenticità
Nonni e nipoti: un legame da tutelare
Gli argomenti che tratterete sono alquanto importanti e attuali. Grazie per i vostri approfondimenti.