Lo psicologo giuridico nel Tribunale Ecclesiastico, qual è il suo ruolo e che formazione deve avere
11/03/2022 2022-03-09 10:31Lo psicologo giuridico nel Tribunale Ecclesiastico, qual è il suo ruolo e che formazione deve avere
Lo psicologo giuridico nel Tribunale Ecclesiastico, qual è il suo ruolo e che formazione deve avere
Aumenta la richiesta di psicologi giuridici e forensi all’interno dei Tribunali Ecclesiastici, sia come Consulenti Tecnici di Parte che come Consulenti Tecnici di Ufficio.
Ma per cosa vengono chiamati, nello specifico, gli psicologi giuridici? E soprattutto che formazione bisogna avere per lavorare in ambito canonico?
Abbiamo fatto queste domande a Cristiano Felisio, avvocato civile e rotale, autore del libro Finché morte non ci separi? Dodici racconti giuridici per capire quando si può ottenere la nullità del matrimonio, edito da Pacini Editore
L’avvocato Felisio è anche docente del nostro corso in partenza
Diritto Canonico e vizi del matrimonio: la valutazione della capacità matrimoniale.
Avvocato, nei Tribunali Ecclesiastici gli psicologi forensi sono chiamati a svolgere delle consulenze particolari. Ci vuole indicare quali?
Nell’ambito dei Tribunali Ecclesiastici, le consulenze psicologiche sono finalizzate a valutare la capacità/incapacità di uno o di entrambi i coniugi di formulare un valido consenso matrimoniale al momento delle nozze. Più precisamente, il perito psicologo è chiamato a valutare se colui che si è accostato alle nozze era affetto oppure no da un “grave difetto di discrezione di giudizio” oppure se era in grado, oppure no, di “assumere gli obblighi che derivano dal matrimonio”.
Per lo psicologo che voglia lavorare in ambito canonico quanto è importante una formazione specifica?
Lo psicologo che intende mettere le sue competenze al servizio dell’indagine che si svolge davanti ai Tribunali Ecclesiastici – come Perito di parte o d’ufficio – deve conoscere la forma mentis dei giudici ecclesiastici, i quali basano le proprie valutazioni sui principi dell’antropologia cristiana. Questo comporta, detto altrimenti, che le valutazioni dello psicologo non potranno, ad esempio, essere ispirate ad un determinismo assoluto, confliggente con l’idea che l’essere umano è comunque dotato di capacità di autodeterminazione, che il contesto (educazione, ambiente, caratteristiche individuali, ecc.) può influenzare ma non annullare. In caso contrario, le conclusioni del Perito rischieranno di essere disattese, in quanto il giudice, non solo in ambito canonico ma anche in ambito civile, è pur sempre peritus peritorum, cioè colui che ha l’ultima parola anche di fronte ad una valutazione tecnica.
Che cosa consiglierebbe a chi si vuole affacciare a questo ambito disciplinare?
A chi desidera estendere la propria attività anche a questo settore in espansione – considerato che la percentuale di cause di nullità matrimoniale nelle quali si invoca una incapacità di natura psicologica è in continuo aumento, rispetto al numero complessivo – suggerisco di documentarsi leggendo alcuni testi che riguardano specificamente la materia e alcune sentenze, in materia di incapacità, emesse dai Tribunali Ecclesiastici regionali (non dalla Rota Romana perché sono scritte in latino). E frequentare il corso di Psicologia in Tribunale in partenza, ovviamente, organizzato proprio per calare il candidato dentro la realtà particolare del diritto canonico e della consulenza psicologica prettamente richiesta in questo ambito.
In partenza il corso intensivo
DIRITTO CANONICO E VIZI DEL MATRIMONIO: LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITÀ MATRIMONIALE
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