Blog

Ultimi Commenti

Cyberbullismo e condotte antisociali, come cambia il disagio giovanile nel post Covid

Psicologia

Cyberbullismo e condotte antisociali, come cambia il disagio giovanile nel post Covid

Se, durante questo periodo di pandemia, si è osservato, purtroppo, un aumento dei reati degli adulti contro i minori, analogamente preoccupano i reati dei minori che delinquono o manifestano tendenze antisociali. Più che il numero, ad allarmare sono i modi attraverso i quali tali reati vengono perpetrati.

Già a fine 2020, uno studio della Direzione centrale della Polizia criminale (fonte Ministero dell’Interno) metteva in evidenza come i delitti commessi da minori sono principalmente

  • l’accesso abusivo a sistema informatico o telematico
  • la frode informatica
  • cyberbullismo
  • l’istigazione o l’aiuto al suicidio
  • la detenzione di materiale pornografico
  • la pornografia minorile
  • l’omicidio doloso
  • i maltrattamenti contro familiari e conviventi
  • la resistenza, la violenza e la minaccia a pubblico ufficiale

Reati che si consumano principalmente nel mondo del web e dei social network, luogo virtuale dove i giovani hanno visto confinare il proprio tempo scolastico e quello di svago. Quindi, tutta una serie di reati che si va ad aggiungere a quelli tradizionali.

Ma cosa si cela dietro questi comportamenti?

Come psicologi non finiremo mai di dirlo: un disagio! Il comportamento deviante o antisociale è sempre l’espressione di uno stato di sofferenza che non riesce a trovare altro modo per esprimersi. Di fronte ad un sentimento di impotenza, per evitare di continuare a sperimentarlo, quale migliore reazione, uguale e contraria, se non quella che induce il minore a compiere un’azione che lo faccia sentire potente e padrone della propria esistenza? Questo spesso si cela dietro comportamenti devianti.

Quali sono perciò i sentimenti diffusi nella parte giovane della popolazione?

Sicuramente un senso di precarietà e assenza di prospettiva per il futuro che pervade lo spirito del tempo che stiamo vivendo. Ma quello che la pandemia ha aggiunto, a causa delle restrizioni determinate dall’emergenza sanitaria, sono la perdita dei ritmi attraverso i quali si scandiva la giornata di ognuno di noi, e soprattutto la perdita della socialità. I giovani, più del resto della popolazione, hanno vissuto un senso di smarrimento, e si sono sentiti isolati e bloccati emotivamente nell’espressione spontanea dei propri sentimenti.

Il confinamento dentro gli spazi della Rete ha accresciuto in questa fascia della popolazione i rischi di venire a contatto con contenuti di carattere illecito e con condotte delittuose online. Spingendo anche all’emulazione, grazie alle potenzialità “virali” dei mezzi a loro disposizione e del gruppo dei pari, ma anche esponendoli a traumatizzazioni precoci e influenze nefaste sul loro sviluppo psicologico, cognitivo e sessuale.

Cosa possono fare gli adulti e i presidi istituzionali e territoriali?

Sicuramente, genitori ed insegnanti devono prestare maggiore attenzione alle variazioni di umore o ai cambiamenti comportamentali dei ragazzi, perché possono essere segnali di disagio e di condotte devianti o autolesive. È necessario ascoltarli, rassicurarli e instaurare con loro un rapporto di fiducia. Ma anche aiutarli ad esprimere i propri bisogni, in modo che possano condividere il proprio disagio senza timore, e le proprie potenzialità, fornendo loro strumenti alternativi e creativi, rispetto all’educazione punitiva e normativa tradizionale. Inutile, poi, ricordare che vadano informati sui pericoli della Rete e sulle responsabilità che i propri comportamenti possono avere anche quando vengano messi in atto su piattaforme virtuali.

Sul tema, vedi anche
BULLISMO, FENOMENO COMPLESSO NON SEMPLICE REATO – WEBINAR GRATUITO

Lascia un tuo commento all'articolo

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *