Alta conflittualità separativa e rifiuto genitoriale

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Alta conflittualità separativa e rifiuto genitoriale

Rifiuto genitoriale 1
Psicologia / Psicologia Giuridica

Alta conflittualità separativa e rifiuto genitoriale

Il rifiuto genitoriale è una dinamica complessa che si verifica quando un figlio, in assenza di motivazioni legate a violenza o abuso, rifiuta di avere contatti con uno dei due genitori. Questo fenomeno si colloca spesso nel contesto di separazioni o divorzi caratterizzati da conflitti elevati e persistenti.

La fragilità delle relazioni di coppia moderne ha portato a un aumento significativo del numero di separazioni che coinvolgono figli minori. Nella maggior parte dei casi, quando i genitori riescono a stabilire una relazione cogenitoriale funzionale, i figli non riportano particolari conseguenze emotive o relazionali. Tuttavia, in una minoranza di situazioni in cui il conflitto tra i genitori è pervasivo e irrisolvibile, il benessere dei figli è a rischio. 

In questi contesti, la capacità dei figli di mantenere relazioni stabili con entrambi i genitori e i rispettivi rami familiari può essere compromessa. È qui che emerge il rifiuto genitoriale, un fenomeno che può degenerare in situazioni altamente conflittuali e difficilmente gestibili.

Il rifiuto genitoriale può manifestarsi in modi diversi, ma spesso include comportamenti come:

  • rifiuto attivo del figlio di incontrare o interagire con uno dei genitori;
  • svalutazione sistematica del genitore rifiutato, con espressioni di disprezzo o paura apparentemente ingiustificate;
  • alleanza con il genitore affidatario o più presente, spesso vista come un tentativo di sopravvivenza emotiva nel contesto del conflitto.

Va sottolineato che il rifiuto genitoriale non è necessariamente il risultato di manipolazioni intenzionali (come sovente è stato descritto attraverso il discusso e antiscientifico concetto di PAS, ovvero la sindrome da alienazione parentale), ma può essere il prodotto di dinamiche familiari complesse, in cui i figli si trovano intrappolati in lealtà conflittuali o si sentono costretti a “scegliere” un genitore.

In situazioni di rifiuto genitoriale, i figli possono soffrire profondamente, sviluppando:

  • problemi relazionali a lungo termine;
  • ansia e stress emotivo legati al conflitto e alla perdita di una figura genitoriale;
  • senso di colpa o confusione per il rifiuto del genitore.

Quando il conflitto genitoriale persiste e diventa oggetto di lunghe battaglie giudiziarie e interventi sociali, il sentimento prevalente in tutte le parti coinvolte (figli, genitori e operatori) è spesso quello di impotenza e frustrazione. Questa condizione viene descritta da alcuni studiosi come una vera e propria “tempesta perfetta”, dove le tensioni, le incomprensioni e l’inefficacia delle soluzioni adottate si intrecciano, rendendo difficile spezzare il circolo vizioso.

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