Lo Psicologo giuridico: chi è, cosa fa e quale formazione deve avere
19/08/2022 2022-09-12 12:19Lo Psicologo giuridico: chi è, cosa fa e quale formazione deve avere
La psicologia forense è un’area della psicologia giuridica che si occupa di valutare molteplici aspetti psicologici che possano avere una rilevanza all’interno dei processi giudiziari. Negli ultimi dieci anni è cresciuta l’attenzione nei confronti soprattutto della tutela dei minori e del danno alla persona, di conseguenza, è aumentata la richiesta di valutazioni psicologiche all’interno di contesti giudiziari.
Con le novità introdotte dalla Riforma Cartabia, la Psicologia Giuridico-Forense è entrata a far parte integrante delle categorie disciplinari cui i Tribunali italiani possono attingere per la creazione dei propri Albi. Dal 22 giugno, infatti, sono entrate in vigore delle disposizioni attuative della nuova riforma del diritto di famiglia che disciplinano i requisiti di accesso per richiedere l’iscrizione agli Albi dei Tribunali del proprio territorio.
Sono molte le novità introdotte dalla Riforma, alcune delle quali già in vigore per i procedimenti in atto, per questo Psicologia in Tribunale ha completamente aggiornato il programma del Corso di Alta Formazione Ruolo e Funzioni del Consulente Tecnico Psicologo in Ambito Familiare e Minorile in partenza ad ottobre.

Corso intensivo perConsulente Tecnico di Parte
Unico nel proprio genere, questo corso on demand è finalizzato all’acquisizione delle conoscenze e competenze utili alla professione del CTP, figura che agisce in sinergia con avvocati penalisti e civilisti.
Lo psicologo giuridico forense
Lo psicologo giuridico forense può essere definito come un tecnico che ha una formazione a cavallo tra il diritto e la psicologia e che applica alle questioni giuridiche le sue conoscenze e competenze. Può operare come ausiliario del giudice, CTU, nelle consulenze tecniche d’ufficio o nelle perizie; come consulente tecnico di parte, CTP, su incarico ricevuto dalla parte in causa/cliente o su proposta del legale, oppure come consulente tecnico nominato dal pubblico ministero.
Lo psicologo giuridico forense in ambito civile
Lo psicologo giuridico forense in ambito civile è convocato per intervenire in situazioni conflittuali, quali separazioni e divorzi, in cui la questione principale è l’affidamento dei figli, e dunque la valutazione delle capacità genitoriali; nei casi di affidamento extra-familiare; nei procedimenti di adozione; per la valutazione del danno psichico ed esistenziale a seguito di un trauma.
Lo psicologo giuridico forense in ambito penale
Lo psicologo giuridico forense in ambito penale si occupa di valutare la capacità di intendere e di volere di un autore di reato, al momento in cui è stato commesso il fatto, della sua imputabilità e della sua pericolosità sociale; dell’accertamento delle condizioni di inferiorità psichica in caso di reati sessuali subiti; della presenza di danni psichici conseguenti a maltrattamenti e violenze sessuali; delle condizioni psichiche (infermità o deficienza psichica) delle vittime di circonvenzione; della valutazione dell’idoneità a testimoniare di un testimone o di una vittima di reato.
Come diventare Psicologo Forense. Formazione post universitaria
Sebbene l’iscrizione all’Ordine degli Psicologi autorizzi all’esercizio della professione di psicologo, per diventare Psicologo Forense è assolutamente necessario ricevere una formazione specifica di natura psico-giuridica. È possibile frequentare Master o Corsi di Alta Formazione in qualsiasi momento, dunque non necessariamente dopo l’abilitazione alla professione, ma anche durante l’anno di tirocinio professionalizzante.
Tutti i corsi di formazione intensiva e il corso di alta formazione “Ruolo e Funzioni del Consulente Tecnico Psicologo in Ambito Familiare e Minorile” erogati da Psicologia in Tribunale hanno un taglio teorico-pratico che li caratterizza, e li rende altamente professionalizzanti e stimolanti.
Esercizio della professione di Psicologo Giuridico
A seguito dell’abilitazione e di una formazione specifica è possibile sin da subito cominciare a lavorare come CTP, Consulente Tecnico di Parte, su incarico del cliente o del suo legale.
Per lavorare come CTU, Consulente Tecnico d’Ufficio in Tribunale, su incarico del Magistrato, invece, è obbligatorio iscriversi all’Albo dei Periti, in ambito penale, e dei Consulenti, in ambito civile.
Tuttavia, è necessaria un’anzianità di iscrizione all’Albo degli Psicologi non inferiore a tre/cinque anni, variabile tra Tribunali o Ordini regionali.
Nuovi requisiti per l’iscrizione all’Albo, Riforma Cartabia
Art. 15 Codice di Procedura Civile – Requisiti per l’iscrizione nell’Albo
1. Possono ottenere l’iscrizione nell’albo coloro che sono forniti di speciale competenza tecnica in una determinata materia, sono di condotta morale e politica specchiata e sono iscritti nelle rispettive associazioni professionali.
2. Con riferimento alla categoria di cui all’articolo 13, terzo comma, numero 7, la speciale competenza tecnica sussiste qualora ricorrano, alternativamente o congiuntamente, i seguenti requisiti:
- comprovata esperienza professionale in materia di violenza domestica e nei confronti di minori;
- possesso di adeguati titoli di specializzazione o approfondimento post-universitari in psichiatria, psicoterapia, psicologia dell’età evolutiva o psicologia giuridica o forense, purché iscritti da almeno cinque anni nei rispettivi albi professionali;
- aver svolto per almeno cinque anni attività clinica con minori presso strutture pubbliche o private.
3. Nessuno può essere iscritto in più di un albo.
Articolo 16. Modifiche alla normativa in materia di consulenti tecnici
Nell’esercizio della delega di cui al comma 1, il decreto o i decreti legislativi recanti modifiche alla normativa in materia di consulenti tecnici sono adottati nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) rivedere il percorso di iscrizione dei consulenti presso i tribunali, favorendo l’accesso alla professione anche ai più giovani;
b) distinguere le varie figure professionali, caratterizzate da percorsi formativi differenti anche per il tramite dell’unificazione o aggiornamento degli elenchi, favorendo la formazione di associazioni nazionali di riferimento;
c) creazione di un albo nazionale unico, al quale magistrati e avvocati possano accedere per ricercare le figure professionali più adeguate al singolo caso;
d) favorire la mobilità dei professionisti tra le diverse corti d’appello, escludendo obblighi di cancellazione da un distretto all’altro;
e) prevedere la formazione continua dei consulenti tecnici e periti;
f) tutelare la salute, la gravidanza o le situazioni contingenti che possono verificarsi nel corso dell’anno lavorativo, prevedendo la possibilità di richiesta di sospensione volontaria come prevista in altri ambiti lavorativi;
g) istituire presso le corti d’appello una commissione di verifica deputata al controllo della regolarità delle nomine, ai cui componenti non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati.
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