Al fine di procedere penalmente nei confronti di un minore è necessario che questi sia imputabile, ovvero che sia stata valutata la sua capacità di essere dichiarato responsabile di un reato e essere sottoposto a una pena.
L’articolo 98 del codice penale indica che “è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, aveva compiuto 14 anni ma non ancora i 18, se aveva capacità di intendere e di volere.”
Per questo motivo, per i minori dai 14 ai 17 anni la capacità di intendere e di volere in relazione al reato compiuto deve essere sempre accertata, mentre per gli adulti autori di reato è presunta.
Lo Psicologo giuridico dovrà compiere un lavoro molto delicato al fine di valutare lo sviluppo cognitivo, le capacità mnestiche, l’intelligenza emotiva, l’esame di realtà e altri parametri, mettendoli in relazione all’età anagrafica e alla fase di sviluppo del minore. Dovrà porre particolare attenzione al significato che il minore attribuisce all’azione deviante compiuta, agli scopi perseguiti, alla capacità di anticiparne mentalmente le conseguenze. Dovrà compiere una valutazione della responsabilità, intesa come l’insieme delle capacità, competenze, attitudini relazionali del minore a rendere conto e ad assumersi l’obbligo di rispondere degli effetti sociali e giuridici delle proprie azioni.