La separazione conflittuale, implicazioni emotive

Marina Raimondo
corsista del corso di alta formazione Ruolo e Funzioni del Consulente Tecnico Psicologo in Ambito Minorile

La separazione è un avvenimento di vita difficile e stressante che richiede nuovi adattamenti e una revisione della vita quotidiana individuale, ma soprattutto un cambiamento nella propria identità e nelle ipotesi riguardo le prospettive future della propria vita (Brodbeck et al., 2017). 

Dopo un periodo iniziale, durante il quale una reazione di angoscia è considerata fisiologica, la maggior parte degli individui riescono a far fronte alla separazione e alla conseguente sensazione di perdita; alcuni, al contrario, tendono a sviluppare una reazione dolorosa prolungata, in molti casi determinata dalla difficoltà ad accettare il distacco. 

L’idea collettiva di dover restare uniti, come dice la formula religiosa, “finché morte non vi separi”, può condurre a gesti disperati, dettati da un vuoto affettivo che è vissuto come incolmabile, intollerabile, inaccettabile, e a spinte distruttive che non lasciano margini di recupero.

Quando le separazioni sono conflittuali, si osservano spesso vere e proprie patologie della relazione di coppia, con dinamiche disfunzionali che determinano effetti critici e devastanti in tutti i protagonisti (Abazia, 2011).

Se, da un lato, esiste una separazione emotiva che pone fine ai legami psicologici tra i due coniugi o che, comunque, li trasforma completamente (Oliverio Ferraris 2004), non sempre entrambi i partner riescono a fare questo passo. 

Accade spesso che uno dei due, in genere il partner che richiede la separazione, elabori prima dell’altro il distacco, diventando più autonomo. 

Al contrario, l’altro può rimanere emotivamente coinvolto e non riuscire a superare quest’esperienza, vissuta, nella maggior parte dei casi, come un fallimento personale, uno smacco, un affronto. Il vissuto traumatico che sperimenta non è molto dissimile da quello del lutto e si articola in varie fasi (Bowlby 1979, Oliverio Ferraris 2004).

  1. La negazione, caratterizzata dal rifiuto della realtà dei fatti e da illusori tentativi di recuperare la relazione interrotta. In alcune circostanze, il partner lasciato può usare i figli per inviare messaggi di riappacificazione e spingere l’altro a tornare.
  2. La resistenza, periodo durante il quale si fa breccia una graduale consapevolezza della fine del rapporto coniugale, seguito da scontri e conflitti in cui i ricatti, le implorazioni e le accuse appaiono come l’unico modo per mantenere un rapporto con il coniuge. 
  3. La depressione, periodo denso di dolore, di scoraggiamento e di forte delusione, ma preludio di cambiamento. 
  4. L’accettazione, nella quale inizia ad emergere una proiezione verso il futuro e l’elaborazione di un progetto di vita separato da quello del partner. 

Se l’elaborazione della separazione emotiva non è completa, permangono vissuti caratterizzati da senso di colpa e collera, vissuti che possono essere all’origine di dinamiche conflittuali dannose per gli ex coniugi e per i figli. Accade, frequentemente, che i partner continuino a mantenere il legame, creando quello che Cigoli definisce un “legame disperante” ovvero un particolare tipo di legame in cui, accanto a un elevato livello di conflittualità e all’assenza di forme di cooperazione, permane una segreta speranza di riconciliazione con l’ex.

Spezzare definitivamente il legame, comporterebbe una profonda angoscia, molto spesso, per questo motivo, l’altro assurge al ruolo di Male per antonomasia, e a cui si resta legati attraverso l’attribuzione di tutte le colpe. Quando il legame diventa disperante, l’unica ragion d’essere rimane vendicarsi del torto subito, utilizzando tutti i mezzi a disposizione dal punto di vista giuridico, economico, psicologico e, laddove siano presenti figli, anch’essi diventeranno un mezzo per colpire e denigrare l’ex partner, mantenendo così in vita il legame con lui (Cigoli et al. 1988).

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Bibliografia

Abazia L. (2011), La perizia psicologica in ambito civile e penale. Storia, sviluppi e pratiche, Milano, Franco Angeli Editore.
Bowlby J., Costruzione e rottura dei legami affettivi, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1979.
Brodbeck J., Berger T., Znoj H.J. (2017), An internet-based self-help intervention for older adults after marital bereavement, separation or divorce: study protocol for a randomized controlled trial, in Trials, 13, pp. 18-21.
Cigoli V., Galimberti C., Mombelli M. (1988), Il legame disperante. Il divorzio come dramma di genitori e figli, Milano, Raffaello Cortina editore.
Oliviero Ferraris A. (2004), Dai figli non si divorzia. Separarsi e rimanere buoni genitori, Milano, Rizzoli editore.

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