Lo psicologo giuridico non svolge semplicemente perizie di parte o d’ufficio, in certe circostanze, in ambito penale, è chiamato a supportare l’autorità inquirente nello svolgimento delle audizioni protette. L’assunzione della testimonianza di un minore, vittima o testimone di reato, può essere svolta sia durante le indagini preliminari, in seguito a una denuncia o a una querela, sia in sede di incidente probatorio. In questa fase, che anticipa quella dibattimentale, si cerca di fissare una prova che altrimenti potrebbe andare perduta.
L’Incidente Probatorio è il momento più importante e delicato del procedimento a carico di imputati dei reati di maltrattamento e atti sessuali a danno di minori, poiché in tale sede devono conciliarsi l’esigenza di tutela della vittima, considerata vulnerabile, con quella di tutela del diritto alla difesa dell’imputato.
L’audizione protetta, raccolta nell’immediatezza dell’evento, da parte degli organi investigativi svolge la funzione di fissare a verbale ciò che il minore ha da dire, prima che possa essere condizionato in qualche modo da altre persone con cui è o potrebbe entrare in contatto. Deve essere eseguita tenendo conto di linee guida nazionali e internazionali che consentono di mettere a proprio agio il minore, rivolgendosi a lui con un linguaggio adeguato all’età, in modo da informarlo su quanto sta accadendo. La procedura prevede che l’esame testimoniale di una persona minorenne sia condotto dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) o dal Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP), su domande proposte dalle parti.
Dopo aver concluso il colloquio con il minore, l’ausiliario esperto in psicologia giuridica o in psichiatria, deve redigere una relazione rispondendo ai quesiti posti dalle parti, specificando se il soggetto è idoneo a rendere testimonianza.
In seguito al Decreto Legislativo n. 212 del 2015 questa procedura è stata estesa analogamente a “una persona offesa, anche maggiorenne, in condizione di particolare vulnerabilità”.